mercoledì 13 giugno 2018

Le giuste  parole dell’Eliseo
Attenzione ai  superfascisti



Per capire la  reazione del Presidente  Macron - esternata attraverso il suo portavoce Gabriel Attal -  sia chiaro parliamo di un vero repubblicano,  democratico e liberale,   in Italia non esistono figure politiche del genere...   Per capire la reazione, dicevamo,  si dovrebbe riandare alla storia della prima metà del Novecento.
Il che purtroppo non è possibile, almeno in Italia. La parola “vomitevole”,  se rivolta ai conati neo-nazionalisti, che minano la liberal-democrazia italiana  è  ben meritata. Ma per scoprirlo, ripetiamo,  si dovrebbe   riandare  con la memoria   a  quel che ha  rappresentato  in Francia e in Italia l’esperienza nazi-fascista. Che cosa ha significato? 
Il trionfo del  più bieco nazionalismo antisemita e razzista, che si  sviluppò in più momenti  e che nella fase finale  indossò la ripugnante maschera, dunque "vomitevole",  dei due servili regimi di Vichy e Salò.  E' vero che la storia, pur ripetendosi,  non è mai uguale a se stessa,  ma chiunque abbia buona cultura storica e sociologica,  non può non scorgere   nel  neo-nazionalismo  in tinta populista - soprattutto in quel   “Prima gli Italiani”, “Prima i Francesi” -  che porta  milioni di voti a  Marine Le Pen  e Matteo Salvini,  il punto di partenza di un  pericoloso  processo, politicamente dissolutivo  dell'ordine liberal-democratico.  E   Macron,  che ne ha giustamente a cuore i valori,  scorge  gli sgradevoli  sintomi della malattia  e  prova giustamente ribrezzo.   
Perché in Italia non  ci  si rende conto  del pericolo?  Due le ragioni, in particolare.  A scuola la storia si studia poco e male: si vive sotto la calotta del presentismo. Quindi i ragazzi,  e dunque i futuri adulti, crescono storicamente amorfi, al di là del bene e del male.  Inoltre, l’antifascismo di sinistra, con la sua stupida virulenza, classista e ideologica,  ha contribuito,  per reazione (facilitato dall'amorfismo dell'uno vale l'altro),  a diffondere la romantica ed equivoca credenza che  il nazifascismo fosse in fondo il nobile difensore dei valori della patria.  Il sonno della ragione (l'amorfismo), può apparire banale ripeterlo (ma di banalità superiore si tratta),  genera mostri (Salvini e Le Pen).  
Si tratta di un equivoco, tra l’altro,  che già  all’epoca  spinse molti  uomini, persone per bene,  sia in Francia che in Italia,  a sposare,  fino al punto di sacrificare la vita,  la causa di Vichy e Salò,  per difendere un frainteso senso dell' onore della patria, corrotto dal virus nazionalista.  Purtroppo, se non per un gruppo di estremisti, a destra come a sinistra,  la storia non è mai in bianco e nero. C'è sempre chi sbaglia, per così dire in buona fede,  ritagliandosi un posto nella zona grigia della storia.
Tuttavia,  a Salò e Vichy, esisteva un gruppo di superfascisti e supernazisti,  che dava il tono politico, portando alle  logiche ed estreme conseguenze  lo stesso linguaggio di cui si nutrono ( e nutrono), Matteo Salvini e Marine Le Pen.  O comunque sia  la brodaglia culturale era ed è la stessa.  In realtà, Mussolini e Pétain vendevano italiani e francesi agli occupanti nazisti. Altro che orgoglio nazionale. Sia detto questo con tutto il rispetto umano, per coloro che combatterono dalla parte sbagliata, credendo di essere dalla parte giusta.   
Un linguaggio, che in potenza (nel senso delle sue possibilità evolutive, o meglio involutive)  merita, giustamente, di essere definito "vomitevole".  Perché conduce direttamente a Salò e Vichy. E ancora più indietro all’Italia e alla Germania  sotto Mussolini e Hitler.  Ogni nazionalismo, comincia con  “prima questo,  prima quello”, per poi finire in un bagno di sangue.   Cosa ben diversa  dallo spirito di nazionalità che distinse il Risorgimento italiano, quale liberazione dal dominatore  straniero, imposto  dal Congresso di Vienna.  Per inciso, la Restaurazione fu subita,  invece i Trattati di Roma, un secolo e mezzo dopo, sono  frutto di una libera scelta.  Mai dimenticarlo. 
Si dia un’ occhiata ai titoli dei giornali di destra di oggi: agghiaccianti. Sembra di essere tornati all’Italia della Sanzioni . Ancor più rilevante, sotto il profilo della lenta marcia di Salvini  verso il potere assoluto,  è  la silenziosa connivenza della stampa a grande tiratura. In buona sostanza, gli estremisti lo applaudono, i moderati non lo criticano.        
L’overdose nazionalista  provocò due  disastrose guerre  mondiali.  Invece, l’unità europea ha portato pace, benessere e libertà.  Il linguaggio delle destre populiste, ci riconduce indietro di novant’anni, alle "vomitevoli" parole d'ordine di allora.  I barconi dei disperati e l'euro sono solo scuse per gonfiare il petto. La bestia nazionalista sta uscendo dal letargo.
Certo,  Emmanuel Macron  -  come oggi  scrivono, con livore degno di miglior causa, i giornali di destra -   può anche fare una politica dell'interesse nazionale - sono le costanti del politico -  ma il suo punto di vista è liberal-democratico, aperto all'Europa. Macron  non strizza l'occhio  al linguaggio e ai valori biecamente nazionalisti  degli antenati fascisti e nazisti,  come invece fanno  Matteo  Salvini e Marine Le Pen.  C'è una bella differenza:  come quella che  passa tra il Risorgimento e il fascismo.Ciò purtroppo significa, che il peggio, politicamente parlando, potrebbe essere dietro l'angolo.  
Per non capire questo, o si è stupidi,  magari con la memoria corta,   o  si è  superfascisti e quindi ci si ritiene dalla parte della ragione e si vuole vendetta.   
Macron ci richiama, tutti,  alla conoscenza della storia e alla difesa della società liberal-democratica.  Il pericolo è grande.  Il superfascismo va combattuto con tutti i mezzi.

Carlo Gambescia