venerdì 23 gennaio 2015

La Bce lancia un programma di acquisti da 60 miliardi al mese
Il bazooka spuntato di Draghi



I media festeggiano, le borse pure. E i cittadini? È ancora presto per dirlo. Perché il punto della questione è un altro:  non basta iniettare denaro nell’economia, dal momento che, dopo, nell’abbondante acqua della liquidità,  bisogna  nuotare.  E nella direzione giusta. 
L’acquisto di titoli , anche di dimensioni considerevoli,  è la classica arma a doppio taglio,  perché l’ esito di quello che viene pomposamente chiamato “piano per la crescita europea”   dipende  dalla strada che prenderà il denaro.  Credito alle famiglie e alle imprese? Speculazione borsistica? Sprechi pubblici?  Il problema non  è quello di "pompare" denaro,  ma di come ( e se)  verrà speso .
Si tratta  di una misura  che scontenta sia i liberisti, per i quali il livello ideale di liquidità deve essere deciso dal mercato e non dalle banche centrali  in qualche modo legate alla politica, sia gli interventisti, per i quali  alle iniezioni di liquidità deve affiancarsi la crescita della spesa pubblica.   
Draghi non piace ai  primi, perché interviene troppo, ma anche i secondi, perché interviene poco. Politica del  giusto mezzo, allora?   Neppure.   Perché  il  Governatore  della Bce  è un banchiere non un politico: non ha un programma organico e  definito  da  perseguire,  bensì  deve  contrattare giorno per giorno con i membri forti  dell’establishment politico misure esclusivamente creditizie.  Parlare di politica monetaria  della Bce, come qualche volta si legge, oltre che improprio è ridicolo.  Perciò i razzi  del bazooka di Draghi,  ammesso che  di razzi si tratti,  sono spuntati. Politicamente spuntati.

Carlo Gambescia      

        

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