mercoledì 11 settembre 2024

La “purga” di Palazzo Chigi

 


L’allontanamento dei poliziotti dal piano dove si trovano gli uffici  di Giorgia  Meloni a Palazzo Chigi non è di routine. Si tratta di una “purga” che non ha precedenti.

Il fatto merita perciò alcune considerazioni.

In primo luogo, va rilevata la contraddizione principale. Un partito, Fratelli d’Italia, che rimprovera agli altri partiti l’assenza di senso dello stato e delle istituzioni, che invece  non si fida della polizia, istituzione tra le principali. Se si rifiuta la presunzione di legalità, cioè la convinzione, a prescindere, che il poliziotto faccia il suo dovere, si aprono gli spazi moralmente incustoditi per un’ idea di polizia politica, di parte, o peggio partitica, che è lì – nel caso a Palazzo Chigi – solo per proteggere il partito al governo, o per spiarlo. Il che, comunque sia, fuoriesce, e nettamente, dal quadro della liberal-democrazia e dello stato di diritto, perché si introduce l’elemento Gestapo o Kgb.

In secondo luogo, la sfiducia è dettata dalla paura, e la paura, come insegna Gugliemo Ferrero ( e ancora prima, per i moderni, Montesquieu), rimanda alla difficile condizione del tiranno, che, vivendo nella e di illegalità, teme di cadere da un momento all’altro e quindi scorge complotti ovunque. E perciò, ripetiamo, vive nella paura. Si dirà che Giorgia Meloni è andata al potere legalmente, non violando alcuna legge, e che di conseguenza, è improprio evocare il concetto di tirannia. Certo. Però le radici politiche di Fratelli d’Italia, rinviano al Movimento Sociale, partito fiero delle sue origini fasciste. E il fascismo fu una tirannia. Che visse nella paura, sparse sangue,  e cadde in un mare di sangue. Sono cose che non vanno ignorate.

In terzo luogo, è inquietante l’atteggiamento di un governo che sembra vedere nemici e complotti ovunque. Ora, è vero che a pensare male, eccetera, però una cosa è prendere atto dell’esistenza in politica del “colpo basso”, un’altra ridurre la politica al “colpo basso”. E qui si apre il capitolo su come “questa” destra dipinge la sinistra dal 1994, dal cosiddetto “sdoganamento” berlusconiano. Si rifletta. Se fosse vera la narrazione (oggi si dice così) della destra, di una sinistra composta di giornalisti, magistrati, ricchi snob, pronti a complottare tutti insieme, la destra, tra il 1994 e il 2024, non avrebbe governato, a varie riprese, per 13 anni, pareggiando i 13 della sinistra (quattro anni su trenta “toccano” invece ai governi tecnici, Dini, Monti, Draghi).

Quanto alla Prima Repubblica fu proprio la destra a chiamarsi fuori ( gli sdegnosi "esuli in patria") e  a esibire tutto il campionario:  dai tentativi di colpo di stato al terrorismo. È vero che anche la sinistra ha dato il suo contributo, per così dire, soprattutto nelle sue frange rivoluzionarie, ma sul piano del terrorismo. Cosa terribile, con grande spargimento di sangue, che però nel caso della sinistra si è sviluppata senza connivenze interne alle istituzioni dello stato.

Se qualcuno ha complottato, ma nelle famose fogne, inquinando le istituzioni, questa è proprio la destra dalle radici fasciste.

Il che ci riporta alla mentalità complottistica di Giorgia Meloni. E di conseguenza all’allontanamento dei poliziotti dal piano nobile di Palazzo Chigi. Alla “purga insomma.

I fascisti sono fatti così.

Carlo Gambescia

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