giovedì 30 settembre 2021

Caso Morisi. Quando crescerà l’Italia?

Questa mattina prendo spunto da un breve post dell’amico Massimo Maraviglia, di poche ore fa, che tuttavia condivido al contrario... Però, regola numero 1, prima leggere. «Morisi è un coglione, non v’è dubbio. E tale è chi si circonda di simili figuri, senza controllare e valutare attentamente stili e comportamenti. Ma non capisco i predicozzi dei soliti moralisti di sinistra. In fondo dovrebbero gioire perché un leghista si comporta secondo i loro modelli etici: immigrazione, libertà sessuale e omosessualismo, libertà di drogarsi. Anzi, fossi in loro assumere subito Morisi come portabandiera!» (*). Sono d’accordo sulla condanna di Maraviglia dell’atteggiamento ambiguo della sinistra, libertaria con i suoi, ma non con gli avversari politici. La solita sinistra moralista, se ci si passa l’espressione volgare, con il sedere dei membri dei partiti di destra. Però, non condivido, di Maraviglia, la provocazione, piuttosto pesante, sull’ “assunzione” di Morisi “come portabandiera” di una sinistra che difende “immigrazione, libertà sessuale e omosessualismo, libertà di drogarsi”. Credo che temi del genere, in un paese liberale, debbano invece essere materia condivisa da tutte le forze politiche. Le libertà di lavoro, di scelta sessuale, di fare le proprie opzioni, anche facendosi male, male fisicamente, ritengo siano questioni non negoziabili. Soprattutto in una società che si vuole aperta e libera. Cominciando, per l’ appunto, dalla libera proprietà del proprio corpo, che non è di nessuno, né di dio, né dello stato. Assumendosi, ovviamente, sul piano individuale, le responsabilità del caso. Diritti, quindi: né vizi né malattie ma solo libere scelte, meglio se non codificate, se non dal costume. Ma conseguenti, sul piano dei doveri, fino a toccare il fondo. Se lo si tocca, naturalmente. Certo, Morisi appartiene a uno schieramento di destra, che, sostanzialmente, ha sposato valori cattolici e conservatori in materia di libertà sessuale e altro. Di qui, la contraddizione tra il dire e il fare. Però, ecco il punto: la politica, a destra come a sinistra, non deve occuparsi dei cosiddetti “stili di vita”. Né imponendo il salutismo welfarista (la sinistra), né obbligando le persone a nascondersi (la destra). In Italia Morisi è diventato un caso, perché la cultura politica, a destra come a sinistra, è imbevuta di certo cattolicesimo ipocrita che ha sempre combattuto la cultura liberale dei diritti civili ed economici, dalla sessualità al lavoro. Di qui, i reciproci colpi di fionda su Morisi. Come i bambini di una volta. Quando crescerà l’Italia? Quando si finirà di giocare a guardie e ladri con gli “stili di vita”? Quando si smetterà di evocare il solito moralismo da quattro soldi? (Carlo Gambescia) P.S. Ci scusiamo per la formattazione. Ma purtroppo per il momento meglio di così...

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