martedì 28 settembre 2021

L’uomo è antiquato

Il titolo è ripreso da un libro di Günther Anders, "Die Antiquiertheit des Menschen", filosofo tedesco, pacifista, figura cult per la sinistra post marxista, ma comunque imbevuta di utopismo negativo, la stessa sinistra, oggi al potere, che si “accontenta” (si fa per dire), delle transizione ecologica. Causa sposata anche dalle élite politiche liberal-socialiste (da ultime, celebratissime, ieri in Germania), un poco perché di moda, un poco perché utile alla causa anticapitalista. E da ultimo dalla chiesa populista, incarnata da papa Francesco. Anders sottolineava l’inadeguatezza dell’uomo nei riguardi della tecnica. Al fondo della sua filosofia, gravitava l’idea di un ritorno al mondo pre-tecnologico e pre-industriale, per equilibrare i conti, tra umano non umano (la tecnica). Il che come dicevamo lo ha reso molto popolare tra gli ecologisti e gli anticapitalisti, dichiarati o meno. Il che spiega anche - è quasi una battuta - il suo divorzio del 1937, da Hannah Arendt, "filosofa" somma, che se peccava sul piano cognitivo, peccava per un eccesso di realismo politico. Il contrario dell’ex marito: pessimista sì, ma con lo sguardo rivolto al passato, al paradiso perduto pre-tecnologico. In realtà, l’uomo è antiquato per un’ altra ragione. Perché al capire ha sempre preferito il credere. Quindi ha bisogno di credere, anzi se ci si passa il termine, di “leggendizzare” anche la scienza e la tecnologia. E, di rimbalzo, combattere quest’ultima, in nome di una specie di ritorno all’Età della pietra. Semplificando si tratta di un passaggio dalla leggenda B alla leggenda A. Se ci si passa la battuta: dal culto del Consiglio Superiore della Sanità ai culti solari o del dio della pioggia. Il punto è che la ragione ha andamento oscillante. Ancora oggi non ci si rende bene conto che due-tre secoli di progresso tecnologico e scientifico, ma anche di civiltà delle buone maniere, sono storicamente l’eccezione, non la regola. O comunque sia, un punto alto del pensiero umano che può essere seguito da una caduta verticale in senso contrario. Insomma, così stanno le cose: alti e bassi del pensiero cognitivo. Potrebbe essere il titolo di un libro. Probabilmente dalle scarse vendite... Purtroppo, l’ età della ragione, odiata dalle destre, più conservatrici e reazionarie, ha il suo nemico principale proprio nell’uomo. Che alla ragione sostituisce le leggende sulla ragione, aprendo così spazi infiniti ai nemici della ragione e della tecnica, che ne è il naturale prolungamento. Si prenda come esempio quel che è accaduto negli ultimi due anni. Un uomo antiquato, a ogni livello politico (in alto come in basso), ha creduto nella leggenda epidemica, pardon pandemica, e nel potere assoluto, diremmo salvifico, della scienza medica e della scienza dell’organizzazione politica. Le disastrose conseguenze sociali, economiche e culturali sono sotto gli occhi di tutti. Alla leggenda epidemica sembra ora sia stia sostituendo la leggenda della transizione ecologica. Insomma, niente da fare: gli uomini continuano a preferire al capire il credere. Il problema non è la tecnologia, in quanto tale, ma l’arretratezza cognitiva a singhiozzo dell’uomo, che - attenzione - può spingerlo a porre la scienza al servizio della reazione. In fondo, il discorso di Anders, in cosa consisteva? Nella critica della modernità, dal punto di vista di un uomo che poteva farne a meno riducendo i bisogni. Non è forse tutto questo la transizione ecologica? Certo per addolcire una pillola in realtà amara, si magnifica il futuro. Qui,però, non è più Anders a parlare, ma lo stato, con i suoi potentissimi mezzi. Ottimi per finire di piegare le coscienze all’insegna del “Dopo saremo tutti più liberi”, “Qualche ‘piccolo’ sacrificio, eccetera, eccetera”. Insomma, un futuro che ha il “cuore antico”... Titolo di un libro di Carlo Levi, degli anni Cinquanta, in cui si magnificava l’Unione Sovietica, custode dei valori tradizionali. Pure scemenze utopiche. Eppure la gente continua a “credere” in queste stupidaggini. Esiste una via di scampo? La destra non è in grado di offrire alcuna ricetta (ieri per esempio leggevamo un articolo in cui Veneziani inneggiava a San Padre Pio, che, di lassù, si sarà arrabbiato). La sinistra liberal-socialista strizza l’occhio compiaciuta ai movimenti ecologisti. E la gente comune “preoccupata” per il “futuro del pianeta” applaude o quasi. Sì, l’uomo è antiquato.( Carlo Gambescia) P.S. Ci scusiamo per la formattazione. Ma purtroppo per il momento meglio di così...

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