venerdì 24 settembre 2021

L’arresto di Puigdemont. C’è un giudice ad Alghero…

Sul piano geopolitico non crediamo in un’Europa pulviscolare, composta di microstati a sfondo linguistico ed etnico, come non crediamo al superstato europeo, che da Bruxelles comanda e decide ogni cosa. Insomma, la risposta ai problemi dell’UE, crediamo non consista nel confuso micro-nazionalismo, catalano o veneto, surrogato del macro, come pure nel welfarismo liberal-socialista a sfondo ambientalista che ha chiuso dentro casa milioni di europei. Sogniamo un’ Europa parlamentare, con i suoi partiti, regolari elezioni, governi e maggioranze che si alternino serenamente, rispettosi di una cornice di regole liberal-democratiche, segnata da larghe autonomie, diritti civili e politici, libertà di mercato, con al centro il sincero apprezzamento di ogni forma di dissenso, eccetto quello “armato” o “violento”. Crediamo pure che l’Europa debba tornare ad essere composta di pochi paesi, fedeli alle tradizioni, marinare e commerciali, in una parola liberali, che hanno fatto grande il nostro continente. Pochi ma buoni,insomma. Il che significa che personaggi come Carles Puigdemont non ci piacciono, perché sono micronazionalisti, nazionalisti di serie B, pericolosi come quelli di serie A. Tra l’altro, in un paese, la Spagna, dove le autonomie locali, grazie alla Costituzione del 1978 e leggi successive, godono di una enorme libertà. Quindi reputiamo la “battaglia politica” di Puigdemont fuori tempo massimo. Una specie di film sui dinosauri. Però, ecco il punto, detto questo, riteniamo il mandato di arresto europeo una pericolosa manifestazione di centralismo giudiziario, soprattutto a sfondo politico. Quindi non possiamo gioire per l’arresto in Italia, ad Alghero, di Puigdemont. Ovviamente ora attendiamo la decisione del giudice. Come si diceva un tempo, a proposito delle origini dello stato di diritto, che c’era un giudice a Berlino, ecco, oggi c’è un giudice ad Alghero. Ciò significa che l’eurocentralismo giudiziario non ha ancora vinto la sua battaglia. Perché, cari amici lettori, oggi tocca, se mi si passa l’espressione a Puigdemont, che ovviamente alcune pericolose stupidaggini le ha commesse, ma domani potrebbe toccare, a chi contesti, addirittura con scritti, le politiche sanitarie dello stato italiano… (Carlo Gambescia) P.S. Ci scusiamo per la formattazione. Ma purtroppo per il momento meglio di così...

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