giovedì 23 settembre 2021

Draghi e il Capitalismo di Stato

Come funziona il Capitalismo Liberale? Semplice: 1) Sono necessari imprenditori responsabili, capaci di investire nei propri affari; 2) Per investire sono necessarie fonti di finanziamento: fondi propri, la banca, l’azionariato; 3) Il sistema dei prezzi si stabilisce a partire dalla domanda e dall’offerta in un mercato più o meno vasto, regionale, nazionale e spesso internazionale: il mercato è il regolatore del prezzo; 4) Infine è necessario infine circuito di distribuzione, privo di ostacoli, che costituisce, favorendo materialmente il flusso delle merci e dei beni, parte integrante di una società di mercato. Ora, ieri Draghi, il liberal-socialista (definizione sua), cosa ha dichiarato al “Global COVID-19 Summit”? Leggiamo. «”Abbiamo fatto grandi progressi” nella distribuzione dei vaccini attraverso il programma Covax ma “ci sono ancora grandi disuguaglianze” e per questo “bisogna essere pronti a essere più generosi”, sottolinea il premier. “La cooperazione globale è essenziale per permettere che finisca quest’emergenza pandemica e per prevenire le emergenze sanitarie”, aggiunge il premier. “Nel mondo 2,5 miliardi di persone sono vaccinate e un miliardo è parzialmente vaccinato (con una dose, ndr)”, ricorda il capo del governo. “Uno dei punti deboli nella risposta globale alla pandemia è stato l’insufficiente coordinamento tra autorità sanitarie e finanziarie. Come presidenza del G20 noi vogliamo istituire il ‘Global Health e Finance Board” che “potenzierà la cooperazione globale nella governance e nel finanziamento per la risposta e la prevenzione alle pandemie”, afferma inoltre Draghi intervenendo al ‘Global COVID-19 Summit’. Il Board “supporterà la collaborazione tra il G20 e l’Oms, al Banca Mondiale ed altre organizzazioni internazionali. Noi accogliamo la proposta americana di un Fondo finanziario intermediario” » (ANSA). Ovviamente, per ora, i contenuti dell’ipotetico piano mondiale per la salute sono abbastanza fumosi. Inoltre di fatto gli stati non tendono a collaborare fra di loro se non nel caso di interessi comuni, quindi che possono mutare, e talvolta, come nelle grandi crisi del XX secolo, per difendere valori comuni. Tuttavia, nel secolo scorso, le emergenze, ad esempio le guerre (in particolare la Seconda), hanno reso meno indipendente l’economia dalla politica. Il Capitalismo di Stato è nato dall’abbraccio mortale (per i cittadini) tra governi, imprese, e banche per ragioni belliche, prolungatesi nel tempo, almeno fino alla conclusione della Guerra Fredda. Il Capitalismo di Stato è tuttora vivo e vegeto: si pensi agli inquietanti sviluppi cinesi (ma anche l’India non scherza) e alla figura del fondo sovrano, nonché, e qui veniamo al punto, alla valanga di agenzie internazionali, pubbliche e semipubbliche, che dettano regole su regole, turbando i meccanismi di mercato. Equilibri, come detto ai punti 1-4, che rinviano al funzionamento del Capitalismo Liberale. Come si possono inquadrare le dichiarazioni di Draghi? All’interno di quale tipo di capitalismo: Liberale o di Stato? Non c’è alcun dubbio, Mario Draghi, non è sicuramente dalla parte del libero mercato, del Capitalismo Liberale, insomma. Il solo parlare di piani, accordi, regole, e soprattutto decisioni prese in alto dalla politica e dagli stati, (ovviamente dagli stati più forti) rimanda all’intreccio tra politica, imprese e banche, che a sua volta rinvia al Capitalismo di Stato. Però, con un tocco personale. Draghi, semplificando, è un banchiere (di stato, tra l’altro), quindi parla di “istituire il ‘Global Health e Finance Board” che “potenzierà la cooperazione globale nella governance e nel finanziamento per la risposta e la prevenzione alle pandemie”. Insomma, un’altra agenzia finanziaria che in nome – attenzione – della “prevenzione delle pandemie” protenderà i tentacoli delle istituzioni bancarie internazionali, pubbliche, semipubbliche, private (costrette ade adeguarsi), sul libero mercato, introducendo vincoli, per ottenere fondi, titoli da trattare, regole da rispettare. Ancorando il tutto politicamente all’ideologia pandemista, che non è altro che il portato dell’ideologia welfarista basata sul principio di precauzione. Per dirla brutalmente: se passa l’idea di Draghi, la “prossima volta” per ottenere i fondi gli stati dovranno rinchiudere i cittadini in casa. Esageriamo? Il Capitalismo di Stato, contrariamente al Capitalismo Liberale, che funzionò, e bene, nel XIX secolo (diciamo fino alla Prima guerra mondiale), vede i prezzi fissati non dal mercato ma da istituzioni di tipo politico, o comunque politicizzate. Il solo prestare denaro pubblico (perché poi i fondi sono emessi dagli stati), seppure gestito da agenzie internazionali, influisce innaturalmente sui prezzi, sui corsi dei titoli e sul costo del denaro, allontanandosi dal naturale equilibrio dettato dalla legge della domanda e dell’offerta. Ovviamente,interventi e controlli politici sono giustificati evocando il bene comune, la salute comune, eccetera, eccetera. Ci mancherebbe altro… Ora, il “Global Health e Finance Board” auspicato da Draghi non è che l’ennesima agenzia pubblica o semipubblica, di tipo internazionale, che baratta la libertà con i crediti, drogando i prezzi. Come dicevamo: crediti, quindi capitalismo, ma di stato, perché è in gioco la libertà dei cittadini. Naturalmente, la risposta non può essere il socialismo, che è la malattia infantile del welfarismo. O il nazionalismo, che rappresenta una specie di regresso umano e politico all’Età della Pietra. Si deve invece tornare al capitalismo liberale. Ma come? Anche perché, come abbiamo visto, l’ideologia pandemista non aiuta… (Carlo Gambescia) P.S. Ci scusiamo per la formattazione. Ma purtroppo per il momento meglio di così...

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