domenica 1 aprile 2018

Morire per Bardonecchia?



Anche il giorno  di Pasqua. Non c‘è pace. L’Italia ha perso la bussola,  se mai  ne ha avuta una  negli ultimi venticinque anni di imbarbarimento politico. 
Cosa  è successo?   Oltre a perdere  tempo dicendo stupidaggini sul Reddito di Cittadinanza, ora  si vuole dichiarare guerra alla Francia. Si  vuole morire per Bardonecchia...  Esageriamo?  In effetti,  qual è il casus belli?  In pratica non esiste, se non nel  cervello di  non pochi  dementi sovranisti e umanitaristi  (il mix è micidiale).   In realtà,  i doganieri francesi  volevano impedire  a un presunto spacciatore  di  smerciare la sua roba in Italia. Volevano solo  dare un mano.  
Questa, ripetiamo, è la sostanza della cosa. Il resto sono chiacchiere pseudo-putiniane con punte di  isterico nazionalismo in stile  Lega e Fratelli d’Italia. Non ultimo e non da meno  il Movimento Cinque  Stelle che, quanto a stupidaggini, non perde mai  un colpo.  Anche il  Partito Democratico, ormai in caduta libera antirenziana,   ha criticato la Francia.   Perfino il  Governo, dimissionario,  si è subito adeguato, mostrando, per buttarla sul dotto,   “il viso dell’arme”.  Capito?  “Er moviola”, che prima di cacciare via due spie russe ha tremato una settimana,  in poche  ore  ha deciso di  convocare l’ambasciatore francese.  
Ovviamente, anche la sinistra piagnona delle Ong è insorta.  E non in nome della nazione ma dei diritti umani violati del  presunto spacciatore.  Difeso però, con pari isteria. Insomma, destra, sinistra più Cinque Stelle,  uniti forever, per finire di sfasciare tutto.  E cosa ancora più grave:  l’Italia, oltre a non riconoscere più  il nemico,  non riconosce  neppure l’amico.  Una Francia, alla quale dobbiamo, almeno in parte,   il merito storico  dell’ Unità italiana.  Un "aiutino",  già ricambiato, nel giugno  1940, da Mussolini, con una pugnalata alla schiena degna di Maramaldo.  Dà fastidio evocare le "fregnacce" (pardon, "alta politica") del Duce?  Sì? Beh, cerchiamo di non farne altre.
Il che, cosa molto importante, dovrebbe imporre  una riflessione sulla futura, e preoccupante, politica estera di un possibile governo Cinque Stelle-Lega, o delle due  forze politiche separate. Per la semplice ragione che in fondo al tunnel politico in cui rischiamo di cacciarci dopo il 4 marzo,  si scorgono le sagome dei miti  di Salvini e Di Maio:  il bullo Putin,  l’incappucciato Hamas, i pacifici iraniani, dell'associazione amici dell'atomo,  razzo facile Assad.  Insomma, tutto il fior fiore dei nemici di Israele, degli Stati Uniti e dell’Occidente. E dunque, anche nostri.    
Il Colle, nelle prossime consultazioni, deve  mettere i classici  paletti. Altro che morire per Bardonecchia...
A proposito. Buona Pasqua a tutti. In particolare ai doganieri francesi. Arrivederci,  e grazie,  ragazzi.

Carlo Gambescia