mercoledì 18 aprile 2018

Cinque Stelle e i tre punti del Partito Democratico 
Te la do io la Nato...




Grazie a un semplice software di ricerca delle modifiche su Internet, “Il Foglio” ha ben documentato  come i programmi  votati dagli elettori di Cinque Stelle, in particolare la politica estera, siano stati taroccati  a loro insaputa,  da anti a pro Nato.
A dire il vero,  non è una grande scoperta che i partiti, pur di agguantare il potere,  "ingannino" regolarmente  gli elettori.  Dietro i cosiddetti inganni c’è la logica della  trattativa, della moderazione e del compromesso. Che, piaccia o meno,  se si vuole governare, in una democrazia parlamentare,  è la norma.  
Allora si dirà, ma il cittadino non conta niente?  No, conta eccome.  Perché il bello della democrazia dei partiti, rappresentati in parlamento, è che dopo cinque anni, a volte prima,  si va a  votare, e l’elettore, se insoddisfatto, può mandare a casa il partito (o la coalizione) che abbia governato male. 
Si chiama democrazia dell’alternanza, ed è il sale stesso del metodo democratico.  Dove c’è alternanza c’è democrazia. A Cuba, dove da sessant’anni domina la famiglia Castro  non c’è democrazia. Né la favorirà  il voto di un gruppo ristretto di delegati del partito unico comunista, che proprio oggi dovrebbe eleggere  -  udite, udite o rustici... -  un  candidato con un altro cognome.  Però comunista. 
Quel che invece, sembra   sfuggire a molti osservatori con la bocca a cuoricino, in trepidante attesa di veder governare il Movimento Cinque Stelle, è il sì di Luigi  Di Maio ai tre punti "imprescindibili" di politica economica e sociale  avanzati dal Partito Democratico.  
Altro che i  programmi sforbiciati scoperti dal "Foglio"...  I punti sono i seguenti: 1) Allargare il reddito di inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni; 2) introdurre l'assegno universale per le famiglie con figli; 3) introdurre il salario minimo legale, per combattere il dumping salariale.
Azzerare la povertà assoluta in tre anni... Manco Roosevelt (Franklin Delano)...   Se solo  si provasse a implementare  un programma  del genere,  tra l’altro fondato su una  visione irreale,  pauperista e operaista dell’Italia,  andremmo a far compagnia al Burkina Faso. Resterebbero solo - a noi - gli sbocchi sul mare.  Tradotto:  spesa pubblica alle stelle,  pil in picchiata,  tasse proibitive, fuga di capitali, spread napoleonico, produttività a picco.  Un  Titanic  politico-economico.     
Insomma,  altro che i Pdf  taroccati dei programmi elettorali scoperti dal "Foglio"…  Qui c’è la vera ciccia assistenzialista che tanto piace a Cinque Stelle.  E che il  Partito Democratico  - derenzizzato?  - serve su un piatto d’argento. 
E la cosa più grave è che probabilmente non abbiamo un’opposizione in grado dire  a questi buffoni (non troviamo altro termine) che i tre punti, se attuati, manderebbero a fondo l’Italia.  Purtroppo, Salvini, Berlusconi e Meloni propongono un  grillismo di destra. Giocano demagogicamente al rialzo. Perciò, semplificando: due redditi di inclusione, doppi assegni, due salari minimi, venghino, signori venghino… 
Quindi non si scorge l'alternanza, di cui sopra. Né ora, né tra cinque anni.  Ecco il vero problema. 

Carlo Gambescia