martedì 19 aprile 2011

A proposito dei manifesti milanesi contro la Procura
L'intervento di Napolitano non convince



Che la situazione politica sia al muro contro muro è un dato di fatto. E la vicinanza delle amministrative non contribuirà sicuramente a calmare le acque. Pertanto - lo diciamo subito - non convince l’intervento del Presidente Napolitano sugli stupidi manifesti di Milano. “Pronunciamento” che in sé può anche essere motivato. Benché, si debba ricordare, che il Pci, di cui Napolitano era deputato, verso la Magistratura, fin quando i terroristi non iniziarono a sparare sulle toghe vicine a Botteghe Oscure, mantenne una posizione ambigua. In argomento si rileggano i servizi de l’Unità in occasione dell’assassinio del giudice Francesco Coco, primo magistrato italiano a cadere per mano dei terroristi delle Brigate Rosse, dove, tra l'altro, si evidenziava la posizione politicamente conservatrice dei giudice.
Pertanto, sì, un intervento a tutela ma di fatto sbilanciato, non tanto verso la Magistratura in quanto tale, quanto verso i giudici di Milano. Perché sbilanciato? Per due ragioni.
Uno, perché ormai è chiaro, anche a un bimbo di cinque anni, che lo scontro tra la Procura di Milano e il Cavaliere è tutto politico. Inutile qui cercare di scoprire chi abbia iniziato per primo: la sfida è politica e concerne la caduta di Berlusconi con il marchio dell’infamia, la successiva disgregazione e diaspora del centrodestra, con conseguente ritorno al potere, come alcuni fortemente sperano, del centrosinistra. Pertanto Napolitano, anche se ufficialmente ha asserito di voler difendere la magistratura, come istituzione, ufficiosamente, se si vuole di fatto, intervenendo, ha spezzato una lancia - e che lancia, quella dei magistrati morti per mano del terrorismo... - in favore di una fazione contro l’altra.
Due, perché Napolitano non è intervenuto a proposito dell’aberrante articolo di Asor Rosa? Vera punta di un iceberg politico che culturalmente è alle origini dell’assassinio del giudice Coco. E che, a quanto pare, è tuttora vivo e vegeto? Come mai è rimasto zitto? Parliamo di un Presidente di solito molto attento al rispetto della Costituzione Repubblicana.
L’atteggiamento di Napolitano perciò non giova al raffreddamento della situazione politica. E il semplice fatto che la sinistra lo difenda e la destra lo attacchi, se non è una prova resta almeno indizio di certo suo strabismo politico a sinistra. Secondo qualcuno, facendo così, Napolitano difenderebbe le istituzioni dagli artigli di Berlusconi. Può darsi. Ma a che prezzo? Quello di spaccare ancora di più un Paese già diviso? Siamo veramente perplessi e preoccupati. 

Carlo Gambescia

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