giovedì 4 marzo 2010

Il libro della settimana: Angelo Panebianco, L’automa e lo spirito. Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive ,il Mulino 2009, pp. 265, euro 25,00 - 


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Angelo Panebianco è probabilmente il politologo italiano più attento al buon uso della scienza politica. Nel senso che il docente dell’Università di Bologna non si accontenta di spiegare il perché di un certo evento politico. Ma fa un passo ulteriore: si interroga sul valore scientifico dei concetti utilizzati nell’analisi della politica. Insomma, vivaddio, Panebianco vola alto.
Ora, in genere le questioni di metodo non appassionano molto i lettori. Tuttavia restano importanti perché illustrano quale visione dell’uomo sia dietro ogni interpretazione, anche scientifica, della politica. Ed è questo il caso dell’ultima fatica di Angelo Panebianco: L’automa e lo spirito. Azioni individuali, istituzioni, imprese collettive (il Mulino 2009, pp. 265, euro 25,00).
Certo, il sottotitolo non invita molto alla lettura. A differenza del titolo, più accattivante, perché rinvia al grande Blaise Pascal. Come appunto recita la citazione posta a esergo, tratta dai Pensieri: “ Perché non possiamo negare di essere al tempo stesso automi e intelletto. Da ciò viene che il mezzo della persuasione non è la sola dimostrazione. Ci sono ben poche cose dimostrate! Le prove convincono solo l’intelletto, è l’abitudine che rende le nostre prove più forti e più credute. Essa orienta l’automa, che trascina l’intelletto senza che questo pensi”.
Tradotto: Panebianco, partendo dalla constatazione pascaliana che l’uomo è soprattutto routine, vuole dimostrare come l’analisi politica, invece di appiattirsi sull’idea dell’ uomo freddo calcolatore, debba sempre tener presente la natura abitudinaria dell’agire umano. E in che modo? Trasponendo il suo agire lungo una scala micro-macro capace di spiegare in che modo le scelte individuali influiscono sulle decisioni collettive. Difficile dire se Panebianco vi riesca o meno. Diciamo che sospendiamo il giudizio, rinviandolo ad altra occasione. Soprattutto per non annoiare i nostri lettori con questioni troppo tecniche.
Comunque sia, l’enfasi sulla routine, aiuta a capire, tanto per fare un esempio, un fatto importante: che in politica, entro certi limiti, è più facile “conservare” che “rivoluzionare”. Una constatazione, perfino banale, ma che sembra così difficile da recepire in mondo come quello di oggi, dove si celebra fin troppo l’innovazione per l’innovazione.
Ma dal libro emerge anche la conferma di un’altra questione, magari più astratta, ma particolarmente importante: che le scienze politiche attuali sono dominate da un paradigma conoscitivo di derivazione economica. Tecnicamente si chiama TSR (Teoria della Scelta Razionale). Ed è basato sulla presuntiva natura “massimizzante” di qualsiasi attore politico. Visto come un homunculus che si muoverebbe non per soldi ma per denaro… Intendendo con denaro, qualsiasi, strumento di scambio, dal potere vero e proprio agli onori sociali e politici.
Pertanto sembra che tutto il lavoro teorico svolto dalla scuola francese del Mauss, capeggiata dal sociologo Alain Caillé, per anni all’attacco del fortino accademico, economista e utilitarista, non sia praticamente servito a nulla. Nella corposa bibliografia in calce al libro non c’è alcuna traccia dei francesi. E lo stesso Panebianco, pur essendo abbastanza critico verso i vari approcci puramente economici, non sembra disposto a rinunciare al presupposto dell’azione razionale. Seppure corretta dal riferimento ai valori, alla forza delle abitudini e alla capacità di imparare dagli errori precedenti, secondo la lezione di Hayek.
Purtroppo nell’universo metodologico della politica di Panebianco nessun attore dà nulla per nulla. E così il ruolo del dono politico - utile ad esempio per interpretare il potere carismatico in alternativa a quello legale-razionale - non viene preso in alcuna considerazione.
Comunque sia, L’automa e lo spirito va soprattutto letto per la sua ricca e argomentata documentazione. Siamo, insomma, davanti a un vero e proprio tour de force scientifico. Che riesce ad appassionare il lettore, anche non addetto ai lavori, grazie alla capacità di scrittura di Angelo Panebianco, in cui convivono la chiarezza dell’ editorialista e il rigore dello scienziato politico.

Carlo Gambescia


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