venerdì 28 luglio 2017

La legge sui “vitalizi” sotto  le lenti della  sociologia economica
I see a bad moon rising





La  gara tra Pd e M5S  intorno  a chi spetti il merito della “legge anti-vitalizi”, approvata alla Camera,  crediamo siamo il punto più basso toccato  nell’intera storia repubblicana.
In pratica,  si sancisce il principio “anticasta”  che il “lavoro” del parlamentare è un lavoro come un altro e che quindi deve essere retribuito, anche sul piano pensionistico, come tutti  gli altri lavori, attenzione, dipendenti.
Dicevamo punto più basso. Per carità  non è nostra intenzione evocare la Costituzione, la natura particolare della magistratura parlamentare, il principio di irretroattività violato, eccetera, eccetera. Proponiamo al lettore  una pura analisi di sociologia economica.   Allacciarsi le cinture.      
La legge, si dice, colpisce il “professionismo politico”:   in realtà   attacca  forse la più  preziosa  innovazione  della modernità: la specializzazione (che rinvia a un'altra pratica moderna: la divisione del lavoro).   Non è forse vero che la modernità è   fondata  in tutti i campi  sulla specializzazione professionale?  Retribuita in base ai  valori di mercato?  
Quanto  più la specializzazione  è profonda, in termini di investimenti professionali, tanto   più alto il valore della retribuzione. Sempre che sul mercato ci sia richiesta di “specialisti” politici.  E qui veniamo al punto fondamentale della questione. 
Parificando, il lavoro di un parlamentare  a quello di un qualsiasi  lavoratore dipendente, lo si mortifica economicamente, dal momento che  lo specializzarsi come politico  impone investimenti piuttosto alti,  come per certe professioni liberali, quindi indipendenti.  Non solo: al professionista politico servono  non comuni capacità personali.
Inoltre, la  parificazione - altra cosa fondamentale  -  rappresenta  il punto di arrivo  di una vera e propria campagna speculativa, soprattutto mediatica,  che, nel corso degli anni,  ha azzerato il valore di mercato del “politico professionale”. Insomma,   prima l'ondata speculativa al ribasso,  poi la parificazione, o riallineamento verso il basso.  Et les jeux sont faits .
Le nuove retribuzioni, in prospettiva, che tipo di mercato politico produrranno?  Per un verso attireranno gli idealisti puri,  non sempre provvisti di quel realismo che in politica resta un fattore fondamentale. Per l’altro capteranno  quei notabili,  già  provvisti di mezzi propri,   che,  eccetto non siano al tempo stesso ricchi e  idealisti,   "scenderanno" in politica  con  finalità egoistiche.
Pertanto livellamento della retribuzione  e  parificazione con il lavoro dipendente  rischiano di creare un Parlamento composto in larga parte di  idealisti e  egoisti.  E gli egoisti potrebbero comprarsi gli idealisti. O per contro, gli idealisti tagliare la testa agli egoisti.  Risultato finale: si rischia  un Parlamento pieno zeppo di venduti,  incapaci e  prepotenti. Si chiama eterogenesi dei fini.
Insomma,  per dirla con una vecchia canzone dei Creedence Clearwater Revival:

I see a bad moon rising
I see trouble on the way
I see earthquakes and lightnin’
I see bad times today

A proposito,  con questa legge, "dicono", si risparmieranno 215 milioni di euro all’anno . Sapete a quanto ammonta il debito pubblico italiano?  2260, 3 miliardi di euro…



Carlo Gambescia