venerdì 7 agosto 2015

La scomparsa di Angelo Frignani  (*)
Il nostro "Angelino"

di Carlo Pompei





Angelo Frignani è stato un buon maestro: avere a LINEA con noi un "anziano sapiente e saggio" è stata un'esperienza di quelle che non si dimenticano facilmente e noi non vogliamo dimenticarla: era un onore condividere uno spazio giornalistico con lui.
La sua presenza in redazione non era retribuita: il suo fare era, come diceva lui stesso, "per tenersi in allenamento". In realtà la sua figura professionale imponeva un comportamento professionale a tutti, ma ci si divertiva anche. E forse il segreto di un buon lavoro è proprio questo: amarlo e divertirsi nel farlo. E lui sapeva come fare.
Ricordo con nostalgia ed imbarazzo il suo arrivo alle 10,30 di mattina con i caffè da asporto (a porta' via, si dice a Roma) presi al bar. "Dottor Frignani - gli dicevo - dovremmo essere noi a portarle il caffè alla scrivania, non lei a portarlo a noi!". "Se aspetto voi…" era la sua risposta sempre pronta.
All'inizio gli davo del lei e lui, da romano acquisito, mise subito i puntini sulle i: "Chiamami Angelo e dammi del tu, siamo colleghi…" Ancor più intimidito da tanta semplicità d'animo, non riuscivo a dargli confidenza, ma fu lui a farlo: "A Carle', o mi chiami Angelo o te ne vai affanculo…". Capii…
Con la sua vespa arrivava a portare una ventata di allegria, facendoci intuire quale fosse l'atmosfera nella Roma degli anni '50, tra Dolce vita e casi di cronaca nera. Molti hanno parlato della sua esperienza e delle sue fatiche: da inviato al Vajont nel 1963 - per il quarantennale della tragedia mi onorò di un suo box di commento in un mio "speciale" (1) - ; da capocronista e caporedattore centrale, sempre al Tempo; da Direttore del Giornale d'Italia; da scrittore (2).
Noi, invece, vogliamo ricordare "Angelino", quello degli aneddoti tipografici negli anni di piombo (in tutti i sensi), quello della disillusione sulla politica vecchia e nuova, quello della battuta implacabile sul praticante che già pensava di aver vinto un Pulitzer per uno stupido "calembour" (3), quello dei battibecchi con il grafico impaginatore e anche il grande uomo con le sue piccole debolezze per i dolci....  Solitamente non si pranzava in redazione, ma, se qualcuno portava qualcosa per festeggiare, si interrompevano le attività per qualche minuto. In una occasione del genere, a Pasqua, una fetta di colomba di troppo gli causò un problema e dovette abbandonare la collaborazione. Una volta ristabilitosi venne più volte a trovarci e, durante queste visite, ci scherzava su aprendo i cassetti: "se trovo il mio coccodrillo (4) ve lo strappo…".
Rispettando la sua volontà, non lo abbiamo scritto prima, infatti.
Grazie Angelo, ciao…

Carlo Pompei

(*) https://www.agi.it/cronaca/notizie/giornalisti-morto-angelo-frignani-dal-tempo-alla-direzione-del-giornale-ditalia
2) http://archiviostorico.corriere.it/2003/aprile/09/Wilma_Montesi_secondo_Frignani_co_10_030409115.shtml
3) Calembour: gioco di parole utilizzato per costruire titoli ad effetto.
4) Coccodrillo: articolo pronto per commemorare una persona famosa defunta.

 




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