martedì 4 agosto 2015

Il piano di Obama per "salvare  il clima"
 Il “politico” si vendica. Sempre

leviatano obama


Per ora non sappiamo ancora nulla di ciò che caratterizzerà in concreto (nuove tasse, regolamenti restrittivi, controlli burocratici) il  piano di Obama per l’energia pulita, annunciato ieri, e rilanciato in tutto il mondo,   tra squilli di tromba e rullo di tamburi.
Di sicuro però c’è un fatto: siamo davanti, ideologicamente parlando, a un caso tipico di umanitarismo applicato. Ciò che abbiamo definito nel nostro libro: liberalismo macro-archico (*). Ovvero   quel liberalismo che vede nello  stato  una specie  braccio laico al servizio della bontà umana. Un nuovo Leviatano,  ma sempre a fin di bene… Non per niente Obama ha citato l’ Enciclica ecologica, anzi ecologista (ancora peggio) di Papa Francesco. E infatti, come si legge su  "Avvenire”  i vescovi  hanno  apprezzato (**). Che dire?  “Dio li fa, poi li accoppia”.
Prendere nota: lo statalismo, di marca liberale (perché esiste uno statalismo liberale, di sinistra) o cattolica (religioso-protezionista) sempre tale rimane: pericolosissimo, per le libertà di tutti e di ognuno.
Cosa vogliano dire? ( e qui rispondiamo all’amico Jorge Sánchez de Castro ***). Che  il  politico (in senso schmittiano) è uno:  né buono né  cattivo,  perché si autoperpetua applicando inesorabilmente ( e neutralmente: al di là del bene e del male) le proprie leggi (o costanti).  Quindi le dichiarazioni di principio di Obama (e in qualche misura di Papa Francesco)  non potranno non scontrarsi con la realtà ( legge o costante) dell’inimicizia politica, che poggia, a sua volta, sulla socialità conflittuale che regna tra gli uomini: su quel gusto, contraddittorio (e per questo fonte del conflitto, a tutti i livelli) di essere al tempo stesso uguali e diversi.  Fino al punto, che se si coopera, è sempre contro qualcuno...     
Di conseguenza, l’ umanitarismo applicato di stampo macro-liberale  oltre a conflitti interni (legati alla questione delle tasse, eccetera),  ne può produrre di esterni, e perciò imporre (il verbo usato ha un senso preciso), in forma scalare,  l’uso della forza per convertire al vangelo ecologista “gli infedeli”. Di regola,  finora si è trattato di dichiarazioni  programmatiche  che  hanno condotto, dove implementate,  a un aumento asfissiante, per l’economia  e per gli uomini, della regolamentazione.  Non siamo ancora alle guerre vere e proprie.  Però, in linea teorica, la "dottrina" ecologista ( a prescindere dal suo grado di attendibilità, per ora basso a nostro avviso), se abbracciata politicamente da una grande potenza può scatenare gravi conflitti internazionali.   
Ciò significa che il politico, come asseriva Carl Schmitt,  finisce sempre per vendicarsi. E in particolare  (ammesso e non concesso che siano tali)  delle buone intenzioni.  Sempre.
Carlo Gambescia


(*) https://www.facebook.com/liberalismotriste?ref=hl  Nel libro alle pagine 110-116.  

Nessun commento:

Posta un commento