Il piano di Obama per "salvare il clima"
Il
“politico” si vendica. Sempre
Per
ora non sappiamo ancora nulla di ciò che caratterizzerà in concreto (nuove
tasse, regolamenti restrittivi, controlli burocratici) il piano di Obama
per l’energia pulita, annunciato ieri, e rilanciato in tutto il mondo, tra
squilli di tromba e rullo di tamburi.
Di
sicuro però c’è un fatto: siamo davanti, ideologicamente parlando, a un caso
tipico di umanitarismo applicato. Ciò che abbiamo definito nel nostro libro:
liberalismo macro-archico (*). Ovvero quel liberalismo che vede nello stato una specie braccio laico al servizio della bontà umana. Un nuovo Leviatano, ma sempre a fin di bene… Non per niente Obama ha citato l’
Enciclica ecologica, anzi ecologista (ancora peggio) di Papa Francesco. E
infatti, come si legge su "Avvenire” i vescovi hanno apprezzato (**). Che dire? “Dio li fa, poi li accoppia”.
Prendere
nota: lo statalismo, di marca
liberale (perché esiste uno statalismo liberale, di sinistra) o cattolica
(religioso-protezionista) sempre tale
rimane: pericolosissimo, per le libertà di tutti e di ognuno.
Cosa
vogliano dire? ( e qui rispondiamo all’amico Jorge Sánchez de Castro ***). Che il
politico (in senso schmittiano) è uno: né buono né cattivo, perché si autoperpetua applicando inesorabilmente
( e neutralmente: al di là del bene e del male) le proprie leggi (o costanti). Quindi le dichiarazioni di principio di Obama (e in qualche misura di Papa
Francesco) non potranno non scontrarsi
con la realtà ( legge o costante) dell’inimicizia politica, che poggia, a sua
volta, sulla socialità conflittuale che regna tra gli uomini: su quel gusto,
contraddittorio (e per questo fonte del conflitto, a tutti i livelli) di essere al tempo stesso
uguali e diversi. Fino al punto, che se si coopera, è sempre contro qualcuno...
Di
conseguenza, l’ umanitarismo applicato di stampo macro-liberale oltre a conflitti interni (legati alla
questione delle tasse, eccetera), ne può
produrre di esterni, e perciò imporre
(il verbo usato ha un senso preciso), in forma scalare, l’uso della forza per convertire al vangelo ecologista “gli infedeli”. Di regola, finora si è trattato di
dichiarazioni programmatiche che hanno condotto, dove implementate, a un aumento
asfissiante, per l’economia e per gli
uomini, della regolamentazione. Non
siamo ancora alle guerre vere e proprie. Però, in linea teorica, la "dottrina" ecologista ( a prescindere dal suo grado di attendibilità, per ora basso a nostro
avviso), se abbracciata politicamente da una grande potenza può scatenare
gravi conflitti internazionali.
Ciò
significa che il politico, come asseriva Carl Schmitt, finisce sempre per vendicarsi. E in particolare (ammesso e non concesso che siano tali) delle buone intenzioni. Sempre.
Carlo Gambescia
(*)
https://www.facebook.com/liberalismotriste?ref=hl Nel libro alle pagine 110-116.
(***)
http://elunicoparaisoeselfiscal.blogspot.com.es/2015/08/el-analfabetismo-politico-como-derecho.html . In particolare, si vedano i commenti.
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