martedì 5 marzo 2013

Intervista “impossibile” a Machiavelli su  Beppe Grillo e la politica italiana


Segretario Machiavelli i miei ossequi. Perché quell'espressione così pensosa, quasi corrucciata?  Ricorda la telefonata del Dottor Publio Virgilio Marone? L’intervista? Il nostro  colloquium? 

Ponzoso? Corrusco ? Io mi logoro. Per  anni et anni sono stato a studio della arte dello stato.  Non li ho  dormiti né giuocati…

E allora?

La natura de’ li uomini è varia. Facile a persuadelli  una cosa, ma difficile fermalli  in quella persuasione...

Non capisco…

Che io, Niccolò, figlio di Bernardo Machiavelli e  Bartolomea Nelli sono historicamente iudicato nefario…

Nefario?

Rio, Impio…

Cattivo! Che ci vuol fare... Del resto, ora,  non si trova all’Inferno?

Solum perché in soperchio buco hanno caro servirsi d’uno pieno di experientia.

Sono venuto a intervistarla perché, parecchi piani più su, insomma sulla Terra, abbiamo, per così dire, qualche problemino politico… 

Ne sono honorato.

Ma che fa? Resti pure lì. È così pittoresca la sua figura avvolta dalle fiamme.  A proposito,  so che , voi Consiglieri Fraudolenti,  Ottavo Cerchio – Bolgia n. 8 per l’esattezza,  potete muovervi con una certa libertà. O no?

Mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango et loto et mi metto panni reali et curiali; et solum rivestito condecentemente non mi vergogno parlare et cogitare di quel cibo che solum è mio…

Questa  frase l’ho già sentita…

Cito da una mia lettera piuttosto famosa all’amico Vettori.  Sarà pure una mia debolezza,  ma  ogni volta che declamo queste parole mi sento monumentale. 

Segretario, lei  parla un italiano moderno perfetto!  

Certo.  Cognosco il coevo.  Qui  arrivano i giornali. Tutti. E così io posso seguire le vicende politiche italiane… In questo soperchio buco, contrariamente a quel che dicono preti e sette,  non si sta  così male. A parte qualche Papa di troppo…

Lasciamo stare l’argomento Papi… Anche noi sulla Terra… Mi diceva che riceve e legge con avidità i giornali…

Che vuole, la continua lezione delle cose antique non mi disobliga dalla experientia delle cose moderne. Benché la politica, nei  suoi addentellati, non sia mai mutata.

In che senso?

L'argumentum  della mia cogitazione non è la politica come ricerca della "Optima Republica", bensì come, de facto, si conquista, si perde e si mantiene l’imperio. Tutto ciò dalla religione è  iudicato peccato. Il che spiega ad abundantiam  perché mi ritrovo infilzato   tra i consiglieri fraudolenti. La fraude o il tradimento è adversum i principii religiosi e non contra l’autentica natura della politica. Per la qual cosa, da ateo, non ho nulla da rimproverarmi. La mia coscienza è sana. E mi logoro quando ponzo che voi terragni, vittime dei preti, mi liquidate come impio...  A me  è semper importata   solum   la realtà effettuale delle cose,  non quella che viene pervertita da preti, letterati, poeti, imprenditori televisivi e comici… 

Noto con piacere che  è informatissimo.

Satis… Non ho mai trascorso i miei giorni, come dicte voi terragni, a pettinar  bambole! Scommetto, da vecchio giocatore di tric-trac, che  ella vuole un mio  iudicium sul Grillus Genuensis…

Sì. Chi meglio di lei, Segretario, può fornire la risposta giusta…

Un momento, non è che ella  viene da parte del Berlusconis Mediolanensis? Perché si  est  così  mi rifiuto di continuare il colloquium. Nel 1994, pensai che fusse il novello Principe. Aveva  manipoli sufficienti per conquistare l’Italia. E invece…  Purtroppo, come ho scritto  nel del De Principatibus,

Il Principe, la sua opera più famosa,  scritta  precisamente cinquecento anni fa, nel 1513...

Sì. Ma mi lasci finire. Ho scritto: “Debbe dunque uno principe non avere altro obietto né altro pensiero né prendere cosa alcuna per la sua arte, fuora della guerra et ordini et disciplina di essa, perché quella sola è  l' arte che si espetta a chi comanda…” .

Si riferisce al Bunga Bunga.

I principi e i condottieri che hanno ponzato più a delicatezze e mollizie che alle arme - arme anche politiche, si  intende -  hanno perso imperio e stato.

Delicatezze… Mollizie… Sui giornali italiani le hanno definite in maniera assai più cruda.

Tanto peggio per il Berlusconis. Si è comportato da perfetto bischero….

Ecco scappar fuori l'arsenico  fiorentino che  circola nelle sue vene  ...

Un bischeraccio il Berlusconis...  Et la sua pretesa che tutti dovessero amarlo? A un principe conviene sempre essere più temuto che amato. Gli uomini sono ingrati, volubili, simulatori e dissimulatori, fuggitori de' pericoli e cupidi di guadagno. E mentre fai loro del bene, sono tutti tuoi,  offeronti  il sangue, la roba , la vita, i figliuoli... Ma appena le cose si mettono male si rivoltano. Gli uomini temono molto meno di offendere chi si fa amare che chi  non si fa temere. Il legame dell’affetto essi lo spezzano secondo il loro interesse, mentre la paura è sostenuta  semper da un timore del castigo che non li abbandona mai. Tamen…

Come?

Tamen,  tuttavia...   Tuttavia  essere temuto non significa essere odiato. Guai a incorrere nel disprezzo o nell’ odio dei sudditi e dei cittadini…

Invece, il Grillus Genuensis, per ora, sembra amatissimo…

Sì,  etiam lui è un novello principe. Tuttavia, “quando il padre fa carnevale, i figli fanno quaresima” .

Cioè?

Dopo il Berlusconis non poteva non venire il Grillus. Come, a Firenze,  agli  sprechi dei Medici si sostituirono  le pitoccherie d'un frate.   Sa chi mi rammemora  il Grillus ?  Fra’ Girolamo Savonarola.

Il profeta disarmato…

Laudabile. Vedo che si è documentato. Mosè, Ciro, Teseo e Romolo, grandi legislatori, non avrebbero potuto far osservare molto a lungo le loro costituzioni, se fussero stati disarmati. Mentre fra’ Girolamo Savonarola, ruinò con i suoi ordini nuovi, appena la moltitudine cominciò a non crederli possibili; e lui non aveva alcun modo per tener fermi quelli che avevano creduto, né per far credere i miscredenti.

Sì, ma Grillo comanda a bacchetta!

Li  suoi armati... Ma non ha imperio, almeno per ora, su tutte le itale genti. Per causare la ruina del Grillus, esiste  arma politica optima: farlo comandatare, ossia governare. E da solingo. Ho dato una sbirciatina al su' programma politico. Sa come  come  recita  un dictum   della mia amata  patria: “Gli fa come i’ nonno alla nonna”. Insomma,  nel programma di Grillus ‘un c’è nulla…

D'accordo,  ma si spieghi meglio.

Una ribollitaccia  di moralismo fratesco senza neppure Iddio....

Che cosa è stato?   Si avvicina un temporale...

No,  ho fatto un Nome che non dovevo fare e ...   

Capito capito...  Diceva?

Se  si lasciasse cocere il Grillus  nel brodo del su' governo, i devoti prima o poi non potrebbero non correggerne le disformità tra le parole e le opere. Mentre i non devoti, stucchi, potrebbero affraternarsi ai nemici, e tutti insieme spegnerlo. Ut breviter dicam: da Grillo a Grullo il passo è breve…

Ma che succede? Si mette a fare il comico anche lei, Segretario?

Come  ha già detto ella, e per  ben due volte, son fiorentino. Patria di Dante Alighieri et Leonardo Pieraccioni.

Anche lei ha visto “Il ciclone?

"The rythm is magic, feel it in your soul/ rythm is the power of creation/ the rythm is magic, the rythm is king/".  Le sibarite  spagnuole  hanno spopolato, etiam  di  sotto le flamine…  “Tira più i’ filo di una sottana che un carro di buoi della Chiana”. Come ella sa,  scrivevo delle commediacce.  E mi piaceva. Se rinascessi, come dicte voi terragni, farei  lo sceneggiatore per il cinema… 

D’accordo, su tutto,  cinema e Pieraccioni inclusi. Ma torniamo a noi: la “ruina” di Grillo sarebbe anche la rovina dell’ Italia.

I popoli non sono nati per essere felici. Io, a nove anni, nel 1477, vidi i corpi dell’arcivescovo di Pisa, Salviati, e di Francesco de' Pazzi pendere dal Palazzo della Signoria. Didopo che noi fanciulli avevamo spupazzato per Firenze, legato a una corda, il cadavere di Jacopo Pazzi.  Ho già dicto che son fiorentino. E come dicte oggi,  nel “pacchetto” del fiorentino autentico c’è l’ironia, il genio e quando occorre la violenza, anche la più feroce. Probabilmente, se non fussi nato a Firenze non avrei mai scritto Il Principe.

Esiste un modo meno doloroso?

No, perché i nemici del Grillus Genuensis, per il momento, son  divisi in fazioni. E senza unione non possono essere buone arme politiche, e senza buone arme prima si periclita e infine si ruina. Tutti. Non solo il Grillus.  E didopo  principia  un nuovo cyclus politico; est  la lectio  degli Antiqui.

Segretario non lasci i nostri lettori senza speranza. Non c’è proprio altro da fare?

La spes è cibo per preti e sette. Non per  me.  Cercherò di essere chiaro, usando il mio migliore italiano coevo, affinché tutti capiscano: i  buoni consigli, da qualunque parte provengano, devono nascere dalla prudenza del principe, e non la prudenza del principe nascere dai buoni consigli. E nell’Italia di oggi, purtroppo, non intravvedo prudenza, né principi, né tantomeno alcun principe prudente.

E Bersani?

Il Bersanus Aemiliensis. È attonito.

Come dice?

È stupido.  Trascura  amicizie antiche per abbracciarne di nuove, il Grillus. Non spegne i nemici interni, il Renzus Florentinus et alii.   I nuovi amici, et brevis, si  cangeranno, affraternandosi ai vecchi, in feroci nemici… E, concordia discors,   spegneranno il  Bersanus. 

Lei è un inguaribile pessimista.

Rammemori dottore, il pessimismo è l’idealismo di chi non si fida della natura umana.

Questa non è sua! È di Julien Freund.

Anch’io, ogni tanto,  amo  citare i sociologi minori… E poi non ne avevo una  pronta di citazione... Si è fatto tardi,  è quasi ora di pranzo: spaghetti alla puttanesca e pollo alla diavola.  Scusi la fretta e grazie della gradita visita dottore.   Mi saluti il Pieraccioni e le sibarite spagnole... Troppo ganze..."The rythm is magic… feel it in your soul "…

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