martedì 12 marzo 2013

Probabilmente la crisi politica  italiana  sta toccando il fondo.  Si risalirà?  Difficile dire.  Il mini-OttoSettembre  di ieri con l'India, attesta che certi riflessi carnivori al tradimento, insiti negli italiani,  sono più vivi che mai.  Ma c'è dell'altro:  come  provano i titoli di oggi,  il Paese risulta diviso   tra berlusconiani e antiberlusconiani, esattamente come venti anni fa.  E nei prossimi venti  l' Italia rischia di   dividersi  sul binomio  Grillo-Casaleggio.  Due leader politici  che  a differenza del Cavaliere  non hanno - almeno  in apparenza -   interessi sistemici da difendere.  E quindi nulla da perdere.  Il che per alcuni è un bene per altri un male.  Di sicuro gli italiani   sembrano  essere molto  sensibili al fascino dei profeti politici. 
Infine,   quel  "'raffa 'raffa" che  secondo la sinistra  doveva  terminare  con la scomparsa di Craxi,  sembra invece  inquinare la vita economica più di prima,  come   prova il gravissimo scandalo MPS.   Cesserà con la defenestrazione  di Berlusconi? Come sostengono  i nemici del Cavaliere?  
Lasciamo ora  la  parola a Carlo Pompei, come sempre molto bravo nello scovare sentieri interpretativi poco battuti.    Buona lettura. (C.G.)  


Italia, un videogioco politico
Retrospettiva per un futuro possibile
di Carlo Pompei




Grillo ha preso “troppi” voti, adesso tutto è come un videogioco. Cinque stelle ha superato il “primo quadro” (o punto di non ritorno). Ora che è entrato nel Colosseo-Parlamento, però, il “gladiatore” dovrà fare i conti con le fiere: hic sunt leones (anche se definirli leoni è un complimentone, in realtà sono iene che spolpano la carogna italica).
La crisalide populista nella sua muta larvale si è trasformata in una ninfa che non ha ancora corpo, ma che, però, ha due teste, una di grillo e una di ca… saleggio. Una sorta di mantide che vuole tagliare le teste di tutti i vecchi parlamentari.
Qualsiasi raffronto, anche quelli più azzardati, porta a qualcosa di non catalogabile e definibile. Più avanti proporremo un’ipotesi provocatoria.
Questo per quanto riguarda l’angolazione “stellare”, ma gli altri?
Il centrodestra è in altre faccende affaccendato, se Berlusconi ha problemi di vista sono guai: è colui che guarda più lontano di tutti, nonostante l’anagrafe.
E la sinistra? Bisogna tornare indietro di 70 anni per comprendere il loro atteggiamento: nacquero dalla partigianeria che si è sempre vergognata dell’aiuto di quegli stessi americani che hanno sconfitto il fascismo. Negando l’apporto degli yankee, hanno dato luogo alla prima “appropriazione indebita” del dopo guerra (l’Armata Rossa entrò a Berlino, non a Roma).
Poi le lotte sindacali, spacciate come prerogativa comunista, con il supporto della Triplice (o trimurti), ma furono più vessilli populisti di parte che vera lotta sociale, altrimenti non saremmo ridotti così.
Torniamo alla storia che non troverete nei libri. Nonostante la “vittoria”, Togliatti & co. (che non volevano rinunciare ai soldi spediti dal Soviet), dovettero far buon viso a cattivo gioco: il Patto Atlantico parlava chiaro e poco valeva in Italia quanto deciso a Varsavia qualche anno dopo. Su diktat americano, i comunisti andavano tenuti sotto stretta osservazione, ma, al tempo stesso, serviva qualcosa per ricostruire la verginità italica del dopo Badoglio, anche perché gli Usa erano (e sono) molto interessati a quella che è stata definita la più grande portaerei del Mediterraneo: la penisola italiana.
L’intuizione di Don Sturzo prima e la gestione De Gasperi poi fu l’idea che mancava: rinominare i resti del Partito Popolare in Democrazia Cristiana era proprio quel che serviva per ricostruire l’imene dell’Italia. Il termine “cristiana” dopo “democrazia” infatti, è molto più che un aggettivo: è la definizione più indovinata che un partito politico potesse avere nella nazione che ospita il Vaticano e dove il clero vota insieme a un gran numero di componenti di realtà provinciali profondamente religiose.
Lo “scudo crociato”, insomma, dopo oltre venti anni piaceva ancora e inoltre soddisfaceva tutte le esigenze delle moderne Crociate.
Per poter funzionare a lungo, però, servivano i contrafforti. PCI e MSI si prestarono al gioco (non gratuitamente), a patto, però, di mantenere il loro ruolo da gregari: da una parte le reazioni alle decisioni di Yalta imponevano di non buttarsi a sinistra, dall’altra c’era il rischio di apologia codificato nella legge promulgata da Scelba. Tutto funzionò abbastanza bene per altri venti anni circa, cioè fin quando il movimento studentesco italiano del ‘68 non scoperchiò il Vaso di Pandora. Nacquero così gli “opposti estremismi”: la “strategia della tensione” (progettata a tavolino) causò la morte di decine di ragazzi rossi e neri che avevano come unica colpa la passione politica che, fatte le dovute proporzioni situazional-temporali, sembra muovere i “grillini” di oggi. Quei morti, oramai, pesano sulle spalle di gente che è deceduta (o quasi). Gli “opposti estremismi” oggi non ci sono più, la piazza è a “5 Stelle”: la sinistra sta al caldo nel Palazzo da tempo.
Grillo, insomma, sta tentando di fare qualcosa di simile a quello che fece De Gasperi, ma senza la componente religiosa: oggi la fede è il malcontento.
Si chiama “5 Stelle”, ma forse sarebbe più giusto chiamarlo “Nuova DC”, con PD e PDL come contrafforti.
Inoltre, il movimento-mostro bicefalo in realtà è acefalo, Grillo già minaccia pilatescamente di lavarsi le mani di qualsiasi errore futuro possa essere commesso dai suoi.
Renzi invitato dal Fazio-fazioso ha incantato la platea disvelando finalmente le proprie ambizioni da leader indiscusso e, infatti, monta la polemica interna, come era prevedibile.
Che la “purga elettorale” – ops – cura lassativa, abbia fatto effetto?
Bersani, ultimo  testimone   di un ereditario immobilismo comunista,  non sa tuttora che cosa deve fare, l’unica sua speranza è attendere l’errore altrui (anche quello di Renzi).
Altrimenti, più probabilmente, se si muoverà sulla passerella della politica, sbaglierà di nuovo.

Carlo Pompei


Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura, illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level".

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