mercoledì 19 ottobre 2011

Gli Indignados secondo Buttafuoco
Una questione di neuroni...



.È serio liquidare come fascisti i luddisti urbani di San Giovanni? No. Il fascismo è una categoria storica, non antropologica. Oppure, altro giro altra corsa, cogliere la palla al balzo, per magnificare la Marcia su Roma e azzerare quella su San Giovanni? Come appunto fa Pietrangelo Buttafuoco, ormai ritagliatosi nel clubino Eyes Wide Shut de “il Foglio”, il ruolo, con mascherina o senza, del fascista-letterato-prestato-al-giornalismo.


No. Anche perché si rischia di ridurre il più generale fenomeno sociale degli Indignati a una questione di alfabetizzazione, o peggio ancora, come vedremo.
Ma lasciamo la parola a Buttafuoco: « Troppo comodo, poi, pensare che possano fare epoca. Sarà globale, infatti, la mobilitazione - ci sarà tutta una canea a muoversi - ma tutti questi indignados sono così a corto di concetti, di parole e di raziocinio che è proprio un’esagerazione andargli addosso con gli idranti della forza pubblica. È sufficiente farli parlare. Di tutti questi indignados, infatti, quelli interpellati a caldo, dopo gli incidenti di sabato – ma anche a freddo, a bocce ferme – non ce n’è uno che sappia fare la “O” col bicchiere. Il povero David Parenzo, in collegamento dalla piazza ancora rovente per “In Onda” su La7, dai leader raccolti intorno al suo microfono non riusciva a cavargli un costrutto che fosse uno, due parole messe in croce, tre neuroni in grado di sostenere una spiegazione del loro essere indignati. Stessa fatica per Bianca Berlinguer, sempre in collegamento con i giovani indignati al Tg3 “Linea notte”, che non riusciva a farsi dare una frase di senso compiuto da questi avanguardisti, incapaci perfino di dare una risposta a Mario Draghi» ( http://www.ilfoglio.it/soloqui/10790 ).
Che analisi profonda! Notare, «tre neuroni»… Quindi non è solo una questione di alfabetizzazione. L’indignados nostrano parrebbe essere proprio scemo. E qui viene il bello, perché Buttafuoco chi designa come rivoluzionario-tipo? Adriano Sofri… Uomo indubbiamente ricco di neuroni, ma privo, stando ai giudici, di qualsiasi tessuto umano e morale... Cosa vogliamo dire? Che il ragionamento di Buttafuoco comporta due pericolose conseguenze: la prima, che i neuroni non fanno rima con umanità; la seconda, che i luddisti di San Giovanni, ammesso che ci riescano, dovrebbero prendere esempio da Adriano Sofri…
Morale, 4500 battute buttate via. Prive di un qualsiasi tentativo di analisi. Se non quello, molto "Bar Catania", di fare paragoni, in perfetto stile da laudator temporis acti, tra i rivoluzionari di ieri e di oggi. Il tutto, come da copione, fra uno sbadiglio, un colpo di stecca, un tiro di sigaro... Si potrebbe riderne, come capita quando si guarda un vecchio film di Franco e Ciccio. Si potrebbe... se non ci fosse il risvolto inquietante del rinvio a Sofri. Certo, nell’articolo le citazioni si sprecano. Necessità di allungare il brodo? Giudichi il lettore. In realtà, alcune espressioni di Buttafuoco sono frutto più di viscere che di neuroni. Quindi, malgré lui, molto Marcia su San Giovanni. Come qui, dove però salta il coperchio di ghisa del tombino fascista: «Quel puzzolentissimo libretto di Stéphane Hessel, “Indignatevi”». Salvo poi lisciare, quando capita, la Gemeinschaft dei devoti atei alla versione del dio Barney… Ma questa è un’altra storia.

Carlo Gambescia

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