giovedì 24 aprile 2025

L’ intervista di Massimo Cacciari su Papa Francesco

 


Non abbiamo mai stimato il filosofo Massimo Cacciari (*). Però abbiamo letto senza prevenzioni la sua intervista su Francesco  molto commentata sui Social,  intervista, diciamo,  da tuttologo (**) .

Un passo indietro. La mancanza di stima è legata al “metodo” Cacciari dell’ obscurum per obscurius. Nel senso che, Cacciari, quando argomenta, invece di chiarire i concetti, ricorre ad argomentazioni ancora più oscure, così da rendere più complicata la discussione di quanto già fosse prima.

Questo sul piano retorico-argomentativo. Su quello socio-pisicologico, Cacciari gioca sulla regola Lacan (applicata a Lacan…), cioè quanto più si è oscuri, tanto più l’interlocutore, si sente ignorante, e di conseguenza, pur di non fare brutta figura, si rende disponibile, se ci si passa l’espressione, a “bersi” di tutto.

Non pochi filosofi universitari, come Cacciari, hanno costruito prestigiose carriere sull’esoterismo linguistico. Sotto il quale però si cela il nulla.

E quando si scopre che il filosofo è nudo? Nell’attività “tuttologica”, per così dire, di questi venditori di fumo: ospitate e interviste. Quando sono costretti a parlare chiaro per farsi capire da tutti o quasi. E qui veniamo all’ intervista.

Cacciari cosa dice, sostanzialmente, di Francesco? Che ha capito la natura avanzata del processo di scristianizzazione dell’Occidente e che ha deciso di porvi rimedio tornando a “predicare il Verbum”.

Ora, parlare di scristianizzazione invece che di secolarizzazione, significa sposare la vulgata tradizionalista che volutamente confonde il cammino della modernità con la marcia trionfale dei nemici del cristianesimo. Di qui l’uso del concetto di scristianizzazione. 

L’interpretazione di Cacciari, come quella dei tradizionalisti, è un’interpretazione bellica della modernità, dalla Riforma ai giorni nostri. E infatti nell'intervista  Cacciari  accenna alla pericolosità del "clero anglosassone", probabilmente perché a richio, da almeno cinque secoli,  di  venefico  contagio protestante:  dettaglio rivelatore, e non da poco.

Infatti, parlare di secolarizzazione, significa prendere sociologicamente atto (semplifichiamo) della fine del potere temporale, del potere dell’istituzione-Chiesa sugli uomini. Ci si apre alla libertà di coscienza dell’individuo. Detto altrimenti al  libero esame.

Per contro, porre l’accento sulla scristianizzazione significa rimpiangere il potere temporale, anche perché il senso del Verbum ha una varietà infinita di significati che Cacciari non chiarisce. E il potere temporale era anche il potere di coartare la libertà di coscienza. Altro che libero esame.

E qui si scorge l’equivoco. Perché Cacciari sogna una chiesa militante, Papa Francesco belante. Il suo Verbum, per dirla con Cacciari, era quello di proseguire nella linea di trasformazione della Chiesa in multinazionale della carità globale (***).

L’esatto contrario di quel che auspica Cacciari che vuole lo scontro frontale con l’Occidente capitalista e consumista, che non ha mai amato fin dai tempi della sua militanza politica.

Il Papa Francesco di Cacciari è un Papa Francesco immaginario. Perché Papa Francesco ragiona da riformista, pensa prima ai corpi. Mentre Cacciari continua a ragionare come il confuso operaista, dedito a incendiare anime, che era sessant’anni fa.

Che c’è di male nel riformismo di Papa Francesco? Nulla. Se non che la retorica degli ultimi, racchiusa nei Vangeli, riaccende quel pericoloso conflitto tra istituzione e movimento, tra l’utopistica povertà evangelica e le oggettive necessità materiali delle élite della Chiesa cattolica. Che Francesco ha cercato di risolvere – ovviamente semplifichiamo – potenziando l’assistenza mondiale ai poveri. Una specie di welfare state cattolico, quindi universalistico, che metta d’accordo tutti: poveri e cardinali.

Ricapitolando: Cacciari ha una visione bellicista della fede cattolica, vuole lo scontro con gli scristianizzatori. Si pensi, in altro ambito e per un parallelo, al pittoresco Georges Sorel, nemico di qualsiasi riformismo che finì per ammirare Mussolini e Lenin insieme. Francesco, più coerente con l’ultimo secolo, secolo e mezzo di encicliche sociali dei papi, ha invece preferito la via delle riforme, non cerca lo scontro.

Infine come si spiega che su una questione di drammatica attualità, come la guerra in Ucraina, sia il bellicista Cacciari che il pacifista Francesco, evochino la pace a ogni costo?

La risposta è semplice. Uno dei due finge. E qui decida il lettore.

Carlo Gambescia

(*) Qui una scelta di nostri scritti su Cacciari: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?q=massimo+cacciari .

(**) Qui: https://www.nuovatlantide.org/cacciari-bergoglio-ha-cambiato-una-chiesa-a-pezzi-il-clero-anglosassone-puo-affondarla/ .

(***) Sul punto si veda il nostro articolo di ieri: https://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/2025/04/la-morte-di-francesco-ancora-sul-papa.html .

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