Una preghiera laica, “little pray for you” (grande Aretha), rivolta agli amici lettori.
Niente di che: solo un’occhiata alla prime pagine di oggi (*).
Panoramica interessante sullo stato confusionale, e diciamo pure sulla variegata vigliaccheria, che caratterizza un’Italia che quando mangia il panettone non vuole essere disturbata.
Ci riferiamo a un fatto gravissimo: l’arresto a Teheran della giornalista del “Foglio”, Cecilia Sala, reclusa a Evin da più in una settimana, senza un’accusa. Prelevata e incarcerata come usano i teocrati iraniani.
Non è c’è un giornale, se non “Il Riformista”, che riferisca le cose come sono: siamo davanti ai nemici della civiltà occidentale, nemici che vanno fermati il prima possibile. E giunta l’ora di una grande battaglia di civiltà: la libertà di stampa è un valore assoluto in Occidente.
E invece? Chi ne fa una spy story ( “il Fatto” e “ Domani” in particolare), chi relega la notizia a fondo pagina (“ Avvenire”), o la storpia in trafiletto (“il Manifesto”), chi la ignora (“L’Identità”, “La Discussione” e non pochi altri), e così via. I giornaloni (“Corriere della Sera”, “La Repubblica “ La Stampa”) prendono atto, chiedendo di riportare la Sala a casa, come se fosse una turista per caso. Infine i giornali di destra (“Il Giornale”, “Libero”, La Verità, eccetera), danno evidenza ma non enfatizzano come al solito. Probabilmente ordini provenienti da Palazzo Chigi: profilo basso ragazzi.
A dirla tutta Cecilia Sala ha l’unico torto di scrivere per un giornale, “Il Foglio”, liberale e dalla parte dell’Occidente. Sicché, in qualche misura, la tesi che filtra è quella dell’essersi messa nei guai da sola, per la serie “se l’è andata a cercare”.
Immagini il lettore quel che invece sarebbe accaduto se la Sala fosse finita nelle prigioni israeliane…
Insomma i giornali italiani stanno a cuccia.
Inoltre, cosa ancora più grave, l’Iran fa paura al governo, che si proclama sovranista. Però, come sembra, non con i nemici dell’Occidente.
Ma come il “Governo dei Patrioti” che non protesta formalmente? E che neppure convoca l’ambasciatore iraniano? E che fa invece? Dichiara, come se la Sala non fosse giornalista ma turista capitata per caso in Iran, di “lavorare” per riportarla a casa. Insomma, si inginocchia. E davanti a chi? A una teocrazia che schiaccia il popolo iraniano, fomenta il terrorismo in Occidente e che su Israele la pensa come Hitler.
Pertanto non solo dobbiamo sopportare un giornalismo fazioso e psicologicamente suddito di un’idea di pace a ogni costo e con tutti, compresi i feroci teocrati iraniani. Ma dobbiamo subire anche le ridicole dissimulazioni della politica. In particolare quella di un governo di destra, che prima le spara grosse come Scaramacai Mussolini, dopo di che, come Pa-via, “città che spara e scappa via”, (battuta originale dello Scaramacai, vero, quello della nostra infanzia televisiva), coda tra le gambe e in fila davanti la teocrate inturbantato.
Probabilmente Giorgia Meloni, svendendosi politicamente e svendendo la libertà, lei che di solito è pronta a mettere bocca su tutto ma che ora tace, riuscirà a portare a casa, come si legge, Cecilia Sala.
Alta politica, scriveranno in coro i suoi giornalisti di fiducia.
Fandonie: “Franza e Iragna, purché se magna!”, per citare il grande Guicciardini. Ovviamente riveduto e corretto.
Anche l’Italia dei “patrioti” tiene famiglia. Si umilia e si arrabatta.
Così vanno le cose.
Carlo Gambescia
(*) Qui: https://www.giornalone.it/ .
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