Oggi la stampa organica al governo, rinvigorita dall’ imprevista assoluzione di Salvini, attacca i giudici, la sinistra, tutto, guerra totale. Si vuole stravincere. I nuovi barbari di destra non vogliono fare prigionieri.
L’obiettivo è smontare lo stato di diritto. Sotto questo aspetto è sintomatica la “cordiale telefonata” di Salvini al figlio di Cavaliere: “Faremo la riforma della Giustizia che voleva Berlusconi”. Come riporta, obbediente, “Il Giornale”.
In realtà i nuovi barbari non capiscono che l’ assoluzione di Salvini è proprio merito dello stesso stato di diritto che si vuole distruggere, colpendo l’indipendenza della magistratura: l'assoluzione prova che non esiste alcun appiattimento della magistratura giudicante su quella inquirente.
Non si ha la coerenza di introdurre l’elettività (cosa tra l’altro non ottimale), come negli Stati Uniti, e allora che si fa? Con la separazione delle carriere si vuole ricondurre il giudice sotto l’ala del Ministero di Grazia e Giustizia e di un Consiglio Superiore della Magistratura manovrabile a piacimento dalla politica.
I nuovi barbari sono privi di ragionevolezza. Ebbri di potere, calpestano lo stato di diritto, quindi la separazione dei poteri. Ma si pensi pure al devastante Ddl sul premierato. In questo modo la destra preclude, anche a se stessa, se e quando sarà all’opposizione, le possibilità di un confronto ad armi pari in parlamento e di fruire di una giustizia indipendente dalla politica.
Questa visione maggioritaria della lotta politica, frutto velenoso di intolleranza e barbarica ignoranza dei valori liberali, sta provocando danni in tutta Europa. È in corso un processo di radicalizzazione politica.
È di oggi la notizia, in parte occultata dalla stampa di destra, che l’attentatore di Magdeburgo sembra sia di estrema destra: un saudita addirittura nemico dell’Islam.
La cosa ha dell’incredibile. Ma se fosse vera sarebbe un altro segno dell’imbarbarimento politico. Ieri parlavamo della sfida della secolarizzazione del migrante, ma non fino a questo punto… Evidentemente, il brutto clima politico, sta provocando la radicalizzazione anche del migrante occidentalizzato. Un disastro.
In Europa si è rotto qualcosa. Probabilmente sono ormai venuti meno gli argini di una politica della mediazione tra partiti capaci di condividere gli stessi valori liberali. E qui si pensi al complice silenzio mediatico intorno ai sinistri appelli di Musk, senza precedenti negli ultimi ottant’anni: una specie di homunculus appollaiato sulla spalla dell’apprendista stregone Trump, che dichiara pubblicamente che l’Afd rappresenta l’unica salvezza per la Germania.
In realtà, si tratta di un partito, incapace di fare i conti con il nazismo, che andrebbe immediatamente sciolto, prima che sia troppo tardi, proprio nel nome di una sana autodifesa dello stato di diritto.
Insomma, siamo a questo punto. All’elegia americana del neonazismo. E non per nulla citiamo dal titolo di un libro di James D. Vance, vicepresidente trumpiano degli Stati Uniti.
In Italia, rispetto al barbaro Salvini, Giorgia Meloni può apparire perfino più civile. In realtà, per usare una metafora calcistica, nella transizione della destra (anzi dell’estrema destra viste le saldi radici missine di FdI) verso l’area avversaria, la Meloni, porta palla ma evita affondi, per ora. Sa che la difesa avversaria è inconsistente. E qui si pensi alla sinistra che invece di farsi liberale gioca al rialzo con il populismo della destra.
Evidentemente Giorgia Meloni ritiene di poter andare a rete quando vuole, pertanto manovra. Sicché permette che Salvini faccia il lavoro del “falso nueve” nella difesa avversaria.
Fino a quando?
Carlo Gambescia
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