venerdì 18 ottobre 2024

Perché la destra odia Saviano?

 


Alessandro Campi ha avuto un malore in Germania, dove si trovava per l’inaugurazione della Buchmesse. Ora sta meglio.

Quel che però colpisce, diciamo sociologicamente,  è che appena rimessosi ha scritto sulla sua pagina Fb, per dirla da verbale dei carabinieri, quanto segue:

Cari amici, care amiche, grazie per il calore, la premura e la vicinanza (…). Se volete la versione ironica, il mio improvviso malore a Francoforte, subito dopo l’inaugurazione delPadiglione Italiano (peraltro splendido), è stato causato dalla lettura dell’intervista a Roberto Saviano, che verrà alla Buchmesse – parole sue – “come atto di resistenza”. A chi? A che cosa? Verrà semplicemente a fare la parte del martire della politica che non è e della vittima per le sue idee che nessuno perseguita. E magari da queste parti qualcuno gli crederà anche” (*)

Sono parole emblematiche. Di cosa? Di un automatismo mentale, qualcosa di irriflessivo. Perché la “versione ironica” è stata subito ripresa a soffietto dalla stampa organica alla destra meloniana, con rapidità e  toni diremmo, "automatico-simpatetici". A sinistra, per ora, non si è registrata alcuna reazione, a cominciare da Saviano. Probabilmente per un combinato diposto tra il rispetto per le condizioni di salute di Campi e la pigrizia mentale.

Per quale ragione la destra ridicolizza uno scrittore che vive sotto scorta da quasi venti anni perché nel mirino della Camorra?

Parliamo di un intellettuale che con Gomorra è entrato nella lista dei condannati a morte stilata dalla Camorra. Sappiamo di usare parole forti, ma per la Camorra, Saviano è un morto che cammina. Come si può ironizzare su un condannato, e per giunta ingiustamente e vergognosamente,  alla pena capitale?

Pertanto il vero punto della questione è la reazione pavloviana della destra. Il fatto sociologico non quello individuale.

Perché, ripetiamo, tutto quest’odio?

Saviano non è di destra? Non piace perché è antifascista e non smette di ricordarlo? Ma non è proprio la destra a parlare di “cultura nazionale”? Dicitura oggi preferita al posto di “cultura di destra”? E cosa c’è di più antinazionale della Camorra?

Antifascismo. Qui il problema è di Fratelli d’Italia, che evidentemente ha più di uno scheletro nell’armadio. Inoltre, sempre a proposito della cultura nazionale, come non si può non considerare un valore comune, quindi nazionale, uno scrittore celebrato all’estero?

Forse perché i panni sporchi si devono autarchicamente lavare in Italia? E quindi Saviano avrebbe il torto di aver venduto in tutto il mondo milioni e milioni di copie di Gomorra?

In fin dei conti, i corifei massmediatici della destra meloniana odiano Saviano per una ragione molto semplice. Non è dei “loro”. Se solo cedesse ( si pensi a un romantico tête-à-tête, come per Musk, con Giorgia Meloni), sarebbe accolto, ovviamente per i soliti ordini dall’alto, a braccia aperte. Tramutandosi, come per magia, in uno dei cardini della “cultura nazionale”.

Però a destra si sa bene che ciò non potrà mai avvenire. Di conseguenza Saviano rappresenta una specie di capitolo chiuso del Libro Nero della destra: un morto che cammina.

Carlo Gambescia

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