venerdì 11 settembre 2020

Quarantene “brevi” e altre storie (economiche)

Ridurre la quarantena da quattordici a dieci giorni… Sembra quasi un dettaglio ma il solo  ragionare di una cosa del genere indica come sia possibile trovare sempre l’esperto capace di trasformare una necessità politica (riaprire a tutti i costi le scuole…) in un fatto scientificamente  lecito (la quarantena  elasticizzata). 
In sintesi,  siamo davanti  alla classica situazione che vede il   politico  tenere  in pugno l’esperto e non viceversa.  Ciò significa che la politica, tutta la politica tende a sempre trasbordare,  e quasi mai  giustamente. Parliamo della politica istituzionale  del re, del principe, eccetera, insomma dell’élite politiche, incluse quelle dei governi eletti democraticamente.
E questa è una parte della storia.  Infatti, si  impone un’altra riflessione sul rapporto tra politica ed economia, tra l’uomo politico, un governante qualsiasi, e l’esperto economico compiacente e perciò pronto a individuare  un qualche “quarantena economica” per così dire.   Si presti  attenzione, perché non è una divagazione.
La scoperta dell’economia mercato, o più semplicemente del capitalismo,  avvenuta dopo il suo rigoglioso sviluppo, ha invece  rivelato e attestato, sociologicamente parlando, per la prima volta nella storia, l’esistenza di una dinamica delle relazioni umane e sociali segnata dallo scambio e dal perseguimento dell’interesse individuale.

La si  è chiamata con spregio “assiomatica dell’interesse”. In realtà siamo davanti a un fenomeno costitutivo sempre però contrastato dal potere politico, potere  coadiuvato  - ecco il punto  -  dal "sapere"  degli esperti: ieri i teologi al servizio della religione,  oggi gli economisti di stato.
Il punto è che  la dinamica sociale ha leggi proprie regolate, come detto,  dal perseguimento del proprio interesse da parte di miliardi di individui (attenzione, si parla di  interessi materiali e immateriali). Di qui l’ imprevedibilità insita in ogni  dinamica sociale, poiché le cognizioni individuali, anche le più profonde sono sempre imperfette. Per fare un esempio piuttosto noto il capitalismo è stato “costruito” senza che nessuno sapesse cosa poi sarebbe accaduto.  Il "sapere" dei  teorici (pro o contro il mercato) è  arrivato dopo, molto dopo… 

Per tirare le fila del nostro discorso,  la durata delle “quarantene”, economiche o meno, è  un atto di  presunzione, o meglio ancora  di arroganza politica  che prova a nascondersi  dietro il potere dell’esperto compiacente di turno.  Si potrebbe parlare di uso politico della scienza. Per capirsi:  si trovano  sempre economisti pronti a celebrare la cassa integrazione quale magnifica molla di sviluppo, come epidemiologi pronti a brindare allegramente  alla quarantena elasticizzata.
In conclusione, piaccia o meno a politici ed  esperti, l’epidemia seguirà il suo corso, così  come l’economia di mercato.  Certo, la politica può momentaneamente vincere, ma la verità delle imperfezioni cognitive  umane si vendica sempre.


Carlo Gambescia