venerdì 14 dicembre 2012

Si può imporre 
la solidarietà per legge?



«Il Sistema sanitario nazionale va "rinnovato   con una soluzione  attenta degli interventi", ma certamente "chi ha maggiore possibilità di contribuzione" dovrebbe pagare di più, tenendo conto della "sua effettiva capacità di reddito"». Così Giorgio Napolitano (http://www.ansa.it/web/notizie/collection/rubriche_politica/12/11/Napolitano-ricchi-paghino-piu-_7935100.html  ).   Come commentare?  Che si tratta di una presa di posizione che mette a nudo le contraddizioni di una certa cultura falsamente sociale,  da alcuni definita in modo dispregiativo "catto-comunista". E che permea la Costituzione italiana ( http://www.governo.it/governo/costituzione/principi.html ).   Per quale ragione  contraddittoria?   Perché si tratta di una cultura che  prima difende i diritti inviolabli dell'uomo (art.1, tra i quali c'è il diritto alla salute),  poi però vuole finanziarli  sulla base della capacità contributiva dei singoli  e di un sistema tributario basato  addirittura  su criteri di  progressività  (art. 53) . 
Ora,  se un diritto è inviolabile,  e quindi  prescinde,  in termini di  godimento (pieno e reale),  dalla capacità contributiva dei singolo,  perché  alcuni cittadini devono essere considerati meno uguali degli altri e tassati senza pietà?
Si dirà: il diritto alla salute è costoso e perciò richiede ingenti finanziamenti che vanno addossati ai più ricchi. E perché un ricco, a rigor di logica (e anche di giustizia uguale per tutti)  dovrebbe  pagare più di un altro per fruire di ciò che gli spetta per legge in quanto portatore individuale, come tutti gli altri cittadini,  di diritti inviolabili? Per solidarietà? Ma la solidarietà deve essere spontanea, altrimenti si trasforma in una servitù imposta da una  legge dietro  cui   si scorge il minaccioso  monopolio della  forza  detenuto  dallo stato moderno.   

Si ritorna insomma, a un antico quesito. Quale? La solidarietà può essere imposta per legge?  Sì, almeno secondo l'articolo 2 della Costituzione italiana... 

Carlo Gambescia

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