martedì 28 febbraio 2012

 Viale vs Lunghini
 Quali ricette economiche 
per la sinistra?

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Giorgio Lunghini                                                                                                    Guido Viale



Veramente significativo il confronto avvenuto sulle pagine de “il Manifesto” tra Giorgio Lunghini (1) e Guido Viale (2). Importante, però in negativo. Perché, purtroppo, proietta fasci di luce sulla confusione intellettuale che regna a sinistra. E proprio sul determinante piano delle ricette economiche (non che a destra le cose vadano meglio….). Insomma, sul "Che fare?" per uscire dalla crisi.
Vediamo intanto quali posizioni sono emerse. La prima è di tipo keynesiano (Lunghini), la seconda ecologista (Viale).
Secondo Lunghini (nella foto a destra ), si deve agire, e radicalmente, su produttività, domanda e debito pubblico. Per contro, a parere di Viale (nella foto a sinistra), Keynes ha fatto il suo tempo, di qui la necessità, di una riconversione ecologica dell’intera economia. Se Lunghini è sviluppista a tempo pieno, Viale strizza l’occhio ai decrescisti.
Anche sul ruolo dello Stato non sembrano essere d’accordo: Lunghini condivide l’interventismo keynesiano, ma non apre bocca sulla necessaria chiusura delle frontiere che il keynesismo, per poter funzionare, imporrebbe. Mentre Viale, pur avvertendo la necessità del protezionismo (parla infatti di « governo del territorio»), proprio per varare misure decresciste, sembra puntare su un impolitico assemblearismo sessantottino all'insegna del semplicistico "basta volerlo tutti insieme"...
Perciò i suggerimenti di Lunghini e Viale - ripetiamo - evidenziano lo stato confusionale in cui versa la cultura economica della sinistra. Dove si continua a ragionare in termini astratti, ignorando le più elementari questioni politiche e geopolitiche.
Si dirà, sempre meglio di un passaggio armi e bagagli al “liberismo” di sinistra degli Alesina e dei Giavazzi, o, per contro, alla teoria dello Stato-Sindacale patrocinata dalla Cgil… Mah… Il problema è che di ricette economiche la sinistra sembra averne fin troppe… Una “fantasia” cui si accompagna l’incapacità di decidere dei vertici politici. E solo per paura di perdere i voti di un elettorato anarco-statalista, composto di ceti medi protetti non contrari ad assaporare i frutti un tempo proibiti della società del benessere. Di qui il vivere alla giornata che ha condotto Bersani a sostenere il Governo Monti.
Carlo Gambescia
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(1) http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/argomenti/manip2n1/20120216/manip2pz/318142/?tx_maniabbonatimvc_pi2%5Bsezione%5D=COMMUNITY&cHash=acc86a1e50c8027c9c988306d1085a87
(2)
http://www.ilmanifesto.it/area-abbonati/ricerca/nocache/1/manip2n1/20120223/manip2pg/15/manip2pz/318536/manip2r1/guido%20viale/

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