RinTron(y)ati...
La "battaglia di Ponte Milvio"
Nei primi anni Cinquanta del Novecento, Claude Lévi-Strauss, il celebre
etnologo, definì il consumismo natalizio, che allora si affacciava nelle
vetrine e nelle case europee, come il primo passo verso un gigantesco mutamento
culturale e antropologico (nel senso dello stile di vita indotto). Qualcosa di
simile ai mutamenti succedutisi nelle culture arcaiche in seguito
all'introduzione dell’acciarino a pistone e della piroga a bilanciere...
Insomma, per Lévi-Strauss, fatte le debite proporzioni, grazie al culto
secolare di Babbo Natale e alla produzione di massa, stava nascendo l’homo
consumans.
Perciò, perché meravigliarsi, sessant'anni dopo, di quella che un nostro amico
ha definito, scherzosamente, la “battaglia di Ponte Milvio”? Riferendosi,
ovviamente, non allo storico scontro tra Costantino e Massenzio, ma alla “guerra
pacioccona” ( mica tanto però ), per aggiudicasi un televisore a prezzo
stracciato, come prometteva l’astuta campagna pubblicitaria. Una battaglia che
ha visto radunarsi, davanti all’ingresso del nuovo centro commerciale Trony (di
Ponte Milvio appunto), migliaia di persone a caccia di gadget audiovisivi. Una
folla a mala pena contenuta, tra calci, spintoni e vetrine rotte, da vigilantes
privati e vigili comunali. Naturalmente, strade bloccate, automobilisti
infuriati, eccetera... Incluse le scontate polemiche politiche tra sindaco e
oppositori…
Come commentare? Mah… L’homo consumans, se ci si perdona la caduta di stile, se
ne frega… L’impulso all’acquisto è difficilmente controllabile: una cosa lo
muove, il comprare, e a ciò si attiene, comprando. Tutto qui. Va notato, che
tra la folla, spiccavano immigrati di tutte le razze. Perciò la mutazione,
intuita da Lévi-Strauss, ora è completa.
Piccola notazione: quando economisti e banchieri inneggiano agli spiriti
animali del capitalismo, fanno riferimento a comportamenti tipo l' “inTronato”
di Ponte Milvio. Perché, attenzione, nel cacciatore di Ipad a prezzo scontato
il comprare si accompagna al rivendere, come nella migliore tradizione
capitalista… Leggere per credere: «Ho comprato quattro televisori: uno è per
mio cugino, uno per me e gli altri due invece li rivendo così ci guadagno
qualcosa e mi ripago il mio». Così un “inTronato”, tutto soddisfatto.
Perciò l’ homo consumans, se ci si passa il latino maccheronico, è anche
venditores. Le due cose vanno sempre insieme. Perché? Perché è così. È il
capitalismo bellezza…
Del resto come ha risposto alle critiche la direzione della Trony? Scusandosi
con la città, anche tangibilmente (perché si promette di pagare gli
straordinari dei vigili). Ma con la compiaciuta sottolineatura, «di avere
creato 50 nuovi posti di lavoro e rilanciato un punto commerciale che era
agonizzante».
Insomma, la Trony ,
quasi meriterebbe il titolo di benemerita, come l’Arma dei Carabinieri… Dulcis
in fundo: anche l’incasso è stato notevole, 2 milioni di euro in poche ore. E
vissero così tutti felici e contenti…
E l’automobilista “incazzato”? Come si dice a Roma, ha fatto “du’ fatiche”… Ma
poi, siamo così sicuri che nessuno tra quelli di passaggio si sia messo in
fila? Magari abbandonando la vettura in mezzo alla strada? Perché con le
mutazioni antropologiche non si scherza… Quando nel consumatore scatta il
“riflesso” allo shopping compulsivo, non si può fare nulla. Salvo abbatterlo,
come si fa con gli elefanti quando improvvisamente caricano…
Carlo Gambescia
.