venerdì 8 gennaio 2010

Body Maroni




Il Comitato Interministeriale per la sicurezza aeronautica (Cisa) ha deciso che l’Italia si doterà dei body scanner. Strumenti che saranno operativi entro 2-3 mesi. Così l’annuncio, con squilli di tromba e rulli di tamburo, del Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine della riunione del Comitato.
Inoltre è stato istituito un Comitato ristretto, formato da alti burocrati, per decidere la scelta degli apparati da acquistare per tutelare la salute dei passeggeri e la privacy. Apparati che saranno installati inizialmente a Malpensa, Fiumicino e a Venezia, il cui costo previsto è tra i 100 e i 200 mila euro ciascuno.
Ora, una prima notazione è che non esiste ancora una posizione univoca dell’Unione Europea sull’utilizzo dei body scanner negli aeroporti. Certo, una scelta unitaria è stata sollecitata dalla presidenza spagnola della Ue. Inoltre secondo il ministro dei trasporti spagnolo José Blanco , ”una posizione comune, anche se non vincolante, sarebbe positiva per tutti”. Come si visto alcuni paesi europei, come l’ Italia, ma anche Gran Bretagna e Olanda, hanno deciso di installare gli scanner negli aeroporti dopo il caso di Umar Farouk Abdulmutallab, il nigeriano salito a bordo di un volo della Delta con dell’esplosivo addosso. Ma ripetiamo non c’è ancora "posizione comune". E quindi perché correre da soli, come sta fecendo Maroni? Avventatosi sulla questione sicurezza con la consueta veemenza leghista... Tra l’altro prima di partire con un’iniziativa del genere - e soprattutto in chiave europea - si dovrebbe stabilire con sicurezza se gli scanner siano sicuri o meno dal punto di vista della salute… Insomma, accertare, e una volta per tutte, se al decesso per attentato aereo, rischia di sostituirsi la morte per cancro, o malattie simili…
Ma quel che dà più fastidio è l’ossessione securitaria di derivazione leghista. Quasi un “complesso” che sembra ottenebrare la mente di un ministro pur capace come Maroni. Inutile qui ricordare certe ridicole proposte “padane” come quella di prendere le impronte dei piedi agli immigrati. Oppure la buffonata delle ronde, tra l’altro destinata a finire nel nulla. Pare, infatti, che il Ministero dell' Interno, che doveva autorizzarle, abbia ricevuto finora solo tre o quattro richieste da tutta Italia. Roba da ridere.
Invece non c’è da ridere sull’ossessione in se stessa. Che rivela un smania, non solo leghista, ma molto Usa, di mettere sotto controllo tutto e tutti. Ora, la guerra al terrorismo, a un fenomeno fantasmatico (quindi in ultima istanza militarmente inattingibile, secondo la lezione del buon Carl Schmitt), richiede non solo misure militari o di sicurezza, ma soprattutto impone l’opera della diplomazia. E su questo aspetto Maroni e Obama, fatte le debite proporzioni, sembrano, per così dire, poco attenti.
Ma c’è un punto particolarmente inquietante. Quale? Quello che una legislazione securitaria, magari imposta a colpi di provvedimenti urgenti finisca per limitare, se non cancellare, la libertà dei cittadini. E su questi rischi c’è una letteratura vastissima a partire dai libri di David Lyon, sulla "società della sorveglianza", sviluppatasi in tutto il mondo occidentale dopo l’11 Settembre. Il rischio fondamentale, secondo lo studioso, resta quello che le montagne di dati accumulate sulla cittadinanza, grazie ai sempre più veloci e tecnicamente perfetti processi di digitalizzazione, possano finire in enormi casseforti digitali. E dunque nelle mani di strutture pubbliche ma anche private (grazie a privatizzazioni e appalti ad hoc), Per poi essere gestiti come strumento pressione e controllo sui cittadini, superando addirittura i livelli della famigerata Stasi.
Si dirà, che c’entra l’ex polizia segreta della Germania comunista, con Maroni? C’entra. Perché chi scrive, non metterebbe mai la mano sul fuoco sulla fedeltà di Maroni e Bossi ai valori della liberaldemocrazia… Quanto a Obama, il "Premio Nobel", meglio stendere un velo pietoso...

Carlo Gambescia

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