giovedì 10 aprile 2008

Lo scaffale delle riviste: “Pagine Libere” , numero 4, marzo 2008; “Krisis, n. 29, février 2008 ( Populisme?).




Al lettore attento al tema della decrescita consigliamo di acquisire l’ultimo numero di “Pagine Libere” (n. 4, marzo 2008). Infatti il fascicolo si apre con un interessante editoriale dell’ Inattuale intitolato Frugalità! (chi si celerà sotto questo pseudonimo? Forse lo stesso direttore della rivista, Giuliano Borghi ?). Contro la deriva consumistica - si legge – “l’uomo che incarnasse la frugalità sarebbe colui che ha re-imparato a unire alla semplicità dei mezzi la ricchezza dei fini, rovesciando quella malsana relazione che sta facendo implodere l’attuale società ‘occidentale’. Il rifiuto del superfluo, pertanto, non può essere frainteso come un rifiuto puro e semplice del benessere, ma va inteso come l’atto di conversione, efficiente, al modo di un seme sano e fertile, a produrre la fioritura di una esistenza singola, e d’assieme, finalmente di qualità”.
Perciò, qualsiasi percorso di riforma, a cominciare da quello della decrescita, non potrà non implicare una sorta di “conversione” interiore, secondo una linea ideale capace di andare dall’individuo alla società. E non viceversa.
Seguono, tra gli altri, articoli di Giano Accame (Euro Bifronte , p. 3), Giuliano Borghi (Fine di un umanesimo, p. 5), Gian Franco Lami (Da… donna nasce… donna, p. 6) , Anna K. Valerio (Contro le menzogne del secolo), Maurizio Messina (Viaggio al termine di una giornata qualunque, p. 7).
Come sempre di grandissimo spessore l’ultimo fascicolo di “Krisis”, rivista diretta da Alain de Benoist, dedicato al “populismo” (n. 29, février 2008, pp. 164, euro 20). Dove questa incandescente tematica viene trattata in modo scientifico ma non liquidatorio, come invece usa fare certa scienza politica pseudo-liberale tesa alla difesa dello status quo ( proprio e sociale...) .
Scrive Alain de Benoist: "La "gente" ha [...] rimpiazzato il "popolo". I primi mesi della presidenza Sarkozy, sotto questo aspetto, hanno rappresentato, e al peggio, il modo in cui oggi viene valorizzato certo narcisismo infantile, l'intrusiva volgarità dei nuovi ricchi, la seduzione dello spettacolo-business [...]: la vita dell'Eliseo come soap o telenovelas" (Le peuple entre sécessione et mise à l'écart, pp. 40-59).
Si segnalano, tra gli altri, articoli di Marco Tarchi (Qu’est-ce que le populisme?, pp. 2-21), Thibault Isabel (Christophe Lasch, un populisme postmoderne, pp. 72-94), Jerónimo Molina (Représentation, association, partecipation, pp. 135-147). Notevoli anche le interviste al politologo Guy Hermet (Le populisme dans l’histoire, pp. 22-28), al compianto Paul Piccone (De la Nouvelle Gauche au populisme postmoderne, pp. 72-94), nonché a Chantal Mouffe (Pour une démocratie radicale et plurielle, pp. 116-123). Chiudono il numero testi, attinenti all’argomento, di Denis de Rougemont, Charles Maurras, Pierre-Joseph Proudhon. 

Carlo Gambescia

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