lunedì 14 aprile 2008

Pippa Bacca 

La piccola martire della cultura del dono



Sappiamo di metterla sul difficile, ma la tragica scomparsa di Giuseppina Pasqualino di Marineo, in arte Pippa Bacca, dovrebbe far riflettere sulla crescente incapacità delle nostre società di apprezzare il valore del dono. Dovrebbe… L’uso del condizionale è frutto della nostra preoccupazione circa le scarse capacità reattive di una società sempre più preoccupata soltanto del proprio benessere materiale.
Ma partiamo dalla reazione mediatica, che di regola riflette e veicola, moltiplicandolo all'infinito, il segnale di un sempre più opprimente cinismo post-moderno di massa.
Una volta scoperta la tragica fine della giovane, i media hanno subito dipinto Pippa come un personaggio in bilico tra arte e provocazione. Tradotto: una giovane donna che voleva farsi solo pubblicità... Altri, più politicamente corretti (si fa per dire), hanno parlato di una vittima della “cultura sessuofobica turca”… Altri ancora, politicizzando i fatti in chiave neocon, hanno scorto nell’omicidio il seme della "violenza fondamentalista"…
Fra la gente comune non è andata meglio. Semplificando al massimo gli umori, ha vinto il "chi te lo ha fatto fare, potevi restare a casa tua”. Esito di un egoismo piccolo-borghese, oggi più invasivo che mai. Soprattutto in un mondo dove nessuno, sistematicamente, concede nulla per nulla. E qui, per contrasto, veniamo all'importanza della cultura del dono come meccanismo di avvio dei processi di integrazione sociale. Ma procediamo per gradi.
Il dono non è soltanto quel regalo infiocchettato che ogni anno ritroviamo sotto l’Albero di Natale, ma è qualcosa che contraddistingue, e in profondità, la vita sociale. Per farla breve: dove c’è il dono c'è fiducia, e dove c'è fiducia c’è società.
E che cos’è la fiducia? E’ un “dono di credibilità” (nel senso che io “sento” che tu manterrai la parola, eccetera, eccetera), che come per “contagio” passa da una persona all’altra, e così via. Innervando e vivificando, per gradi successivi, i diversi cerchi concentrici intorno ai quali ruota la vita sociale: dalla famiglia allo stato, passando per la società civile. Istituzioni sociali che, ovviamente, implicano nella pratica, anche il rispetto, l’accoglimento e la gestione degli interessi individuali e collettivi.
Pertanto il dono della fiducia rende prima possibile la società e dopo la gestione degli interessi. Si tratta purtroppo di una costante sociologica (ma per alcuni anche morale) sempre più trascurata. In favore di una fredda assiomatica degli interessi di matrice utilitarista, sempre più condivisa socialmente: dal politico e dall' economista, dall'educatore e dal giornalista, e poi scendendo giù fino alla gente comune. In pratica si crede che la società sia resa possibile solo dal calcolato interesse dei singoli. Ma ci spieghiamo meglio.
In buona sostanza si sostiene che la fiducia venga sempre dopo e non prima. Nel senso che prima ci si apre all’altro perché soddisfi qualche nostro interesse, dopo di che, una volta constatata questa sua capacità, gli si concede fiducia. Dal momento che - ecco il punto - la credibilità-fiducia non sarebbe un “dono” ma una “merce”. O meglio un “capitale” da accumulare e gestire singolarmente, dimostrando così la propria “utilità-capacità sociale”. Magari facendola ogni volta "tintinnare" davanti agli altri come denaro sonante.
Se nel primo caso il passaggio determinante è dalla fiducia all’interesse, nel secondo è dall’interesse alla fiducia.
Ora, Pippa Bacca si spostava in autostop, giustificando questa sua scelta, come quella di pace per cui viaggiava, “con la fiducia” che nutriva “verso l'uomo [perché] l'uomo, come un piccolo dio premia chi gli dà fiducia”, ( si veda http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=1.0.2067284398 ). Ponendo così la fiducia prima dell'interesse: il dono prima del calcolo.
Ecco, se ci passa il bisticcio di parole, questa sua fiducia verso la fiducia, come dono di credibilità, capace di circolare gratuitamente nelle arterie del corpo sociale, è forse il lascito più importante di Pippa Bacca. Ma quanti, attualmente, sono in grado di apprezzarlo? Oggi chi dona credibilità e fiducia (ma non solo), credendovi a sua volta, viene giudicato un pazzo o un furbo. Tertium non datur
Ecco il nostro vero dramma sociale. Che va ben oltre, la pur tragica morte di Pippa: una sposa vestita di bianco e sincera messaggera di pace, che ci piace immaginare come la piccola martire di una auspicabile cultura del dono. Dalla cui rinascita, dipende il nostro futuro.

Carlo Gambescia

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