mercoledì 17 gennaio 2024

A proposito di sonno della ragione

 


Purtroppo si tratta di una brutta sensazione. Spesso provata non solo da chi non si interessa di politica, ma anche da coloro che la studiano da sempre. Cioè di intuire che alcune decisioni politiche sono controproducenti per coloro che le prendono e per coloro che le subiscono.

Si chiama anche sindrome di Cassandra. Non si tratta di profetizzare a getto continuo  terribili sventure come la sacerdotessa di Apollo, ma di fare tesoro del concetto di effetto imprevisto delle azioni sociali. Effetto che talvolta, a prescindere dalle buone intenzioni, può essere negativo. Quindi controproducente.

Facciamo due esempi.

Primo. La destra europea tifa per Trump: un feroce e lunatico isolazionista. Un personaggio politico che se vincerà, abbandonerà l’Europa al suo destino. Compresi coloro che oggi tifano per il magnate americano.

Secondo. La sinistra sta maturando la proposta di una patrimoniale: una specie di harakiri elettorale. Sconfitta sicura. Insomma,  farsi del male da soli. Quasi alla lettera.

E per coloro che le subiscono? Si tratta di scelte controproducenti dal punto di vista della conservazione del sistema politico, economico, sociale, culturale. Quindi della vita di tutti i giorni: quella che riguarda la gente comune.

Di conseguenza una vittoria di Biden renderebbe l’Europa meno esposta alle aggressioni russe: l’ombrello militare americano (per quanto non più largo come un tempo) porrebbe il Vecchio Mondo  nelle condizioni di difendere  il proprio sistema di vita, perciò di  conservarsi, anche abbastanza bene.

Inoltre rinunciare alla patrimoniale significa rendere il voto a sinistra più appetibile (quindi se lo scopo è quello di sconfiggere i seguaci italiani di Trump…). Per contro, una pressione tributaria, ancora più elevata strangolerebbe l’economia. Altro che autoconservazione del sistema…

Si dirà che la destra ha altri e più nobili progetti. Come pure la sinistra. La destra punta sul nazionalismo, quindi sull’autarchia economica. La sinistra sulla redistribuzione della ricchezza: togliere ai ricchi per dare ai poveri. Sia pure.

Tuttavia la destra non coglie il fatto che con la Russia al posto degli Stati Uniti, o comunque con un Europa fortemente divisa, le cose andrebbero peggio, né la sinistra comprende che la  pressione fiscale insostenibile rischia di uccidere ogni spirito economico vitale.

Che sta accadendo allora? Si antepongono alla conservazione del buon livello di vita esistente motivazioni moralistiche dettate dall’arroganza nazionalista e dall’ipocrisia pauperista.

Purtroppo non si mette in conto, che dal momento che la politica non ammette vuoti, rade al suolo le buone intenzioni. Nel senso che agli americani si sostituirebbero i russi, mentre gli introiti della patrimoniale finirebbero nell’inceneritore della spesa pubblica.

Eppure la destra tifa per Trump e la sinistra per la patrimoniale. Un suicidio. Perché? Per la semplice ragione che sta trionfando il peggiore nemico della decisione politica: la retorica dell’intransigenza. Trump piace perché nemico giurato della sinistra, che dipinge secondo le peggiori teorie complottiste di Caracas. Mentre la patrimoniale rappresenta per la sinistra l’angelo sterminatore dei ricchi.

Insomma, siamo sempre più lontani da una realtà che invece ci dice che il nostro sistema è più che accettabile. Di conseguenza si trasmette all’elettore, già confuso, un quadro della situazione irreale: quello di vivere nel peggiore dei mondi possibili. E sulla base di questa retorica dell’intransigenza, Trump viene dipinto come un eroe e la patrimoniale come una panacea.

Infine, chi, come noi, tenta di mettere in guardia, o solo di ragionare, viene liquidato come profeta di sventura.

In realtà, per dirla con il titolo di una acquaforte di Goya, che non invecchia mai, il sonno della ragione genera mostri.

In particolare il mostro della decisione politica controproducente.

Carlo Gambescia

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