lunedì 20 giugno 2022

Porro e la zuppa di Hayek


Nicola Porro si dice liberale ma in realtà è qualcosa di totalmente altro. Si prenda l’editoriale uscito oggi (*). Roba da manuale del perfetto liberal-fascista. Anzi liberal-putiniano…

Si parte da Hayek e dalla sua teoria degli effetti imprevisti delle azioni sociali per proiettare una qualche luce positiva su Putin. Perché tagliandoci il gas avrebbe messo in crisi il modello ecologista e il modello immigrazionista.

La guerra – ecco la tesi di Porro – ci costringerà a usare tutte le forme di energia, anche quelle condannate dagli ecologisti alla Greta Thunberg. Oltre al fatto – si evidenzia – di aver già provato, che accogliendo le famiglie ucraine in fuga dalla guerra, noi accogliamo i profughi veri, non quelli patrocinati dalle Ong alla Carole Rackete. Insomma, che dire? Grazie Putin.

Porro ricollega il comportamento di Putin alla teoria degli effetti imprevisti delle decisioni politiche: Putin (decisione dall’alto, quindi pianificata) con l’invasione dell’Ucraina voleva sfidare e indebolire l’Europa, invece (effetto imprevisto) l’ha rafforzata sul fronte antiecologista e nobilitata su quello dell’immigrazione vera. Distinzione quest’ultima – quella tra immigrazione vera e falsa – che rimanda ai circoli di Fratelli d’Italia e delle Lega, infatti pieni zeppi di lettori di Hayek.

Porro è liberale come quei liberal-fascisti che nell’ottobre del 1922 appoggiarono Mussolini, convinti che la decisione del futuro “duce” del fascismo di marciare su Roma avrebbe ripristinato l’ordine costituzionale e la libertà politica. Porro oggi appoggia Putin, nascondendosi dietro una specie di zuppa di Hayek. Perché probabilmente più orecchiato che letto.

In realtà, la teoria hayekiana, che rinvia a padri nobili come Smith e Hume, si riferisce alla graduale evoluzione delle istituzioni, che hanno ritmi propri legati a milioni di decisioni individuali, che tutte insieme ma disorganicamente, attraverso processi selettivi, scelgono le istituzioni che funzionano meglio. Quindi nessuna macro-decisione in alto, ma solo micro-decisioni in basso.

Ad esempio, nessuno ha inventato a tavolino il capitalismo: le istituzioni di mercato hanno avuto la meglio perché più funzionali rispetto alle istituzioni autarchiche, nel senso di contrastare, per la prima volta nella storia, le economie accentrate intorno allo stato e nemiche del commercio.

L’autarchia ha governato per millenni gli uomini. Poi all’improvviso e quasi per caso si è sviluppato in Occidente il capitalismo. Che è stato chiamato così, solo dopo, non prima, e da un suo nemico tra l’altro (Marx). Insomma, per capirsi, piccoli capitalisti crescevamo ma nessuno capiva cosa stava accadendo.

Per contro, le istituzioni autarchiche, antimercato per capirsi, tendono a riaffacciarsi durante le guerre e le grandi crisi sociali (durate il Covid, ad esempio si è fatto il pieno di statalismo). Quindi se proprio, si deve individuare un effetto indotto, se si vuole imprevisto della decisione di Putin di invadere l’Ucraina, lo si può designare nel prossimo venturo accentramento statale delle attività economiche. Non si parla già di razionamento energetico? Grazie Putin, allora? Ma di che cosa?

Attenzione, chi scrive non vuole mettere voti né conferire patenti di liberalismo a nessuno.

Però Porro, francamente, del liberale non ha proprio nulla. Per dirla fuori dai denti tenta di piegare Hayek, agli interessi di bottega delle destre razziste e putiniane.

Effetto sociale voluto o imprevisto? Frutto di una scelta consapevole, prevista? Oppure effetto imprevisto di un’ ignoranza abissale ?

La decisione ai lettori.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.giornalone.it/prima-pagina-il-giornale/ .

 

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