martedì 21 novembre 2017

  Gli errori dei moderati, economia e immigrazione
L’ elettore-bambino-viziato



L’economia tedesca va a gonfie vele,  eppure la Merkel, non ha vinto le elezioni e  non riesce a formare il suo governo  “giamaicano”. L’economia spagnola va anche meglio di quella tedesca, Rajoy, sul piano della moderazione politica da i punti alla Merkel,  eppure i catalani se ne vogliono andare, evocando la  repressione franchista. L’economia francese e italiana, non vanno bene, come la tedesca e spagnola, anche se mostrano segni di notevole ripresa, eppure Macron e Gentiloni, sono contestati dalla destra e dalla sinistra estreme. per contro,  in Italia, i Cinque Stelle, che tutto sono eccetto che moderati, potrebbero vincere le prossime elezioni, portando  il paese allo sfascio.
Si dice  che gli elettori non votino perché stanchi  della corruzione politica “percepita”, come evoca  certa sociologia mediatica a buon mercato. E che, inoltre, l’ “elettore medio”,  tema soprattutto la “calata finale”  degli immigrati.  Di qui,  la scelta politica xenofoba, che moderata non è.
Ad esempio, la famigerata Brexit,  si è giocata tutta, intorno al voto pro Brexit di alcune aree rurali o non urbane,  dove si temeva non tanto la presenza degli immigrati, praticamente bassissima o inesistente, ma il loro eventuale arrivo, “imposto dall’Europa”. 
Insomma,  come vedremo,  puro egoismo, molto infantile,   non verso  qualcosa che si è perduto, ma nei riguardi  di ciò  che si potrebbe perdere, in termini di diritti sociali,  da “condividere” con gli immigrati, come ripetono incessantemente Chiese e sinistra: un mantra umanitario che provoca inevitabili  reazioni xenofobe anche in Italia.  Al riguardo, appare esemplare  il titolo di apertura, di oggi, decisamente   razzista,  del quotidiano “ La Verità”.  
Una questione, quella dell’immigrazione, sulla quale pesa anche l’ombra del terrorismo, pericolo ingrandito  dalla stampa di destra  e minimizzato  da quella di sinistra e del mondo cattolico. Purtroppo, nonostante le strumentalizzazioni il rischio  di "contaminazioni" e  attentati, per giunta a basso costo,  esiste. 
Sembra che gli elettori tedeschi non abbiano apprezzato la politica permissiva della Merkel. Per contro in Italia la sinistra, inclusa quella riformista, quindi moderata, vuole fare dello  ius soli una battaglia di principio, addirittura  prima delle prossime  elezioni.  Il che sarebbe un grave errore,  perché  non è il momento.  In realtà, un vero leader moderato, dovrebbe capire quando  deve giocare di anticipo,  che, si badi,  non significa rincorrere l’avversario, sparandole ancora più grosse, ma più semplicemente, recepire, nei modi dovuti, felpati se possibile, le istanze più pericolose degli avversari,  per “sgonfiarle” dall’interno,  usando   quel tanto di fermezza che la situazione impone: sempre, senza enfasi, ma con giudizio, blandendo, mitigando,  senza mai perdere  di vista lo scopo.  La politica dell’Italia in Libia  e quella di Minniti verso  gli sbarchi  (“il traffico di essere umani”: quel che interessa è la cosa non il nome), sta andando in questa direzione. Meno, le prese di posizione in favore  dello  stesso Ministro nei riguardi dello ius soli: concessione,  ora, inopportuna, elettoralmente inopportuna.  Purtroppo,  il “ popolo sovrano” così è.  Non  si può rompere la testa dell’ “elettore medio” per infilare dentro il manuale del cittadino perfetto. Quindi bisogna adeguarsi, come il sarto che deve cucire l'abito per un gobbo.   
“Socchiudere” (non “sbattere” in faccia),  ora, la porta agli immigrati,  lasciando che,  prima,  la ripresa economica faccia il suo corso (magari  senza porre eccessivi ostacoli fiscali),  significa poter  schiuderla,   dopo,  impiegando gli immigrati, in lavori veri,  come impone la  legge dell’offerta della domanda. E non, come rischia di accadere ora,  facendo loro svolgere lavori socialmente inutili, o peggio lasciandoli ciondolare, mendicare, delinquere. Purtroppo, l'evocazione mediatica dell' immigrazione selvaggia (al di fuori delle leggi di mercato),  come di  un fenomeno monsonico, al quale dobbiamo rassegnarci,  viene percepita, piaccia o meno,  dall’elettore-bambino-viziato come una crescente area di incertezza  che va sviluppandosi  intorno alla fondamentale questione, per lui, "del  pochi giocattoli per tutti".     
Sicché, a causa della complice insipienza dei moderati, di destra e di sinistra, come  Rajoy,  Merkel, Macron, Gentiloni,  gli elettori viziati,  sentendosi comunque in pericolo,  continueranno a fare i capricci come i bambini, che, ancora prima di essere accompagnati  al parco, sul pianerottolo di casa,  gridano, piangendo e strepitando,  di  non voler dividere i propri  giocattoli con cuginetti e amichetti. Come?  Non votando o votando  per quelle forze  anti-sistema che promettono,  velatamente o meno ( in base all'enfatizzazione degli accenti xenofobi),  "giocattolini" solo ai bimbi italiani.  La metafora non è un granché, ma crediamo calzi. E indica il vicolo cieco in cui ci siamo infilati.
In realtà poi, come giustamente sostiene un grande economista,   nessun giocattolo è gratis.  Anche per i bimbi italiani.  Bisogna guadagnarselo. Ma questa è un’altra storia…  

Carlo Gambescia