mercoledì 18 febbraio 2015

Il libro della settimana:  John Médaille, Distributismo, Edizioni Lindau, Torino 2013,  pp, 352,  euro 27,00 (recensione a cura di Giuliano Borghi).

http://www.lindau.it/schedaLibro.asp?idLibro=1471


Ho ritrovato incidentalmente, mentre leggevo Sottomissione di Michel Houellebecq, una conoscenza perduta:  Distributismo. Si tratta di quella teoria filosofica ed economica, alternativa al capitalismo e al socialismo, sapidamente definita da G.B. Shaw ChesterBelloc pensiero, messa a punto da H. Belloc nel 1912 nel suo Stato servile e nel 1925 da G.K. Chesterton nel suo Il profilo della ragionevolezza (*), dove appare evidente la lezione bene appresa dalla Rerum Novarum di Leone III
Ad esso è dedicato lo studio di John Médaille (**) , autorevole docente di Teologia ed Economia presso l’università di Dallas, Distributismo, disponibile in Italia dal 2013 per le edizioni Lindau,Torino,   nel quale con meritevole chiarezza l’autore riflette criticamente, lungo una prospettiva interdisciplinare, sugli attuali sistemi economici e mette a fuoco uno sguardo diverso sulla teoria economica finora dominante.
Mèdaille sa bene che al momento attuale manca una elaborazione della teoria economica del distributismo, capace di fissare una pratica economica alternativa, ma si impegna brillantemente a tracciare la strada, nel capitolo18, che il distributismo suggerisce. Scrive, infatti: da qualche parte il Saggio ha affermato”la filosofia è facile, è l’impianto idraulico che è difficile. Il saggio ha ragione: dobbiamo diffidare dei sistemi che esistono solo nella mente, ma che non si sperimentano mai sul campo. E’ solo nel mondo reale che possono esse testati e solo sulla base di questi risultati dovremo prendere una posizione... quindi solo la pratica rappresenta l’unico criterio di giudizio dei sistemi sociali.
In coerenza con questo, nel suo libro, Médaille mette in luce, in un complesso di analisi critiche dei problemi fondamentali che intristiscono l’attuale situazione politica, economica e culturale, quattro principi che sono sicuramente suscettibili di una pratica, purché lo si voglia.
 -  Capitale e lavoro devono essere riuniti, determinando le condizioni che consentano a chi lavora di farsi padrone dei mezzi di produzione. Tale riunione può propiziare una più alta qualità del lavoro, una partecipazione più sentita e più efficace all' impresa lavorativa, una distribuzione più equa delle risorse e delle ricchezze, così da mettere in un più stabile equilibrio il gioco della domanda e della offerta. La pietra angolare del distributismo è che un sempre più grande numero di piccole imprese di proprietà privata giovi alla società, per quello che consente una maggiore libertà economica, e quindi politica, per il cittadino. Non è più accettabile che il momento della produzione della ricchezza sia separato da quello della sua distribuzione. In altre parole, efficienza e giustizia distributiva devono procedere assieme, scrive Médaille con decisione nel cap.6, facendo rievocare nel lettore  la suggestiva metafora dei due cavalli tratteggiata da Platone nel Fedro.
- Ri-formazione del sistema bancario, sovranità monetaria a titolarità esclusiva dei cittadini, rigetto dell’usura, rifiuto dei monopoli, della spesa anticoncorrenziale e delle transazioni nelle quali solo una parte è tutelata.
 - Potere decisionale delle singole categorie del lavoro in materia della tassazione, del sistema previdenziale e pensionistico e della formazione. Partecipazione diretta delle persone alle decisioni pubbliche vitali per la loro esistenza.
 - Tutela dell’autonomia politica ed economica delle famiglie mediante l’istituzione del reddito di cittadinanza.
Quello che tiene tutto assieme è il principio di sussidiarietà, sottolinea Médaille nel cap.13, per il quale l’organizzazione del livello più alto può giustificare la sua esistenza solo in funzione del sostegno necessario che essa dà a quella di livello più basso. E più avanti … un punto importante che deve essere chiarito circa la sussidiarietà è che non solo il controllo dovrebbe essere il più locale possibile,ma pure i finanziamenti. Complementare alla sussidiarietà va compresa la solidarietà. La sussidiarietà dà la dimensione verticale della vita, mentre la solidarietà fornisce la dimensione orizzontale, che ci collega con il bene comune e ci spinge ad agire per il bene di tutti.
Appare evidente, allora, la necessità di una filosofia pratica che combini sia la giustizia che la libertà... riformulando l’economia come  la scienza della economia politica…e la reintroduzione della questione della giustizia in questa scienza.
Tanto basta, queste note avendo la mera funzione di trailer alla visione e alla lettura di un libro che obbliga a pensare e nel quale ci sono ben più cose di quante ne contenga la rapsodica presentazione.
Efficienti almeno, si spera, a stimolare la consapevolezza che le questioni economiche coinvolgono tutti, o come attori, o come succubi delle azioni altrui.
E ad aprire, di conseguenza un più ampio dibattito.
Buona Lettura!

Giuliano Borghi


(**) Si veda l’interessante intervista al professor  Médaille:   http://lavocedilazzaro.blogspot.it/2012/09/uneconomia-diversa-e-possibile.html .


Giuliano Borghi, docente di filosofia politica nelle università di Roma e Teramo. Ha pubblicato studi su Evola, Platone, Nietzsche, il pensiero tragico e la filosofia della crisi.  Si occupa in particolare dei rapporti tra pensiero politico ed economico dal punto di vista dell'antropologia filosofica.




2 commenti:

  1. Grazie! Ho messo un link in questa pagina: https://initaliano.wordpress.com/distributismo/
    Spero non Le dispiaccia.
    Buona domenica. Umberta Mesina

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  2. Grazie (anche a nome dell'amico Giuliano). Anche a lei!

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