mercoledì 11 febbraio 2015

Corte dei conti: l’intervento del Presidente Squitieri
Esondazione istituzionale, 
vizietto italiano



Siamo sempre più convinti che il principale vizietto italiano sia costituito dall’esondazione istituzionale, nel senso di straripare, andare oltre i propri argini costituzionali: i presidenti della repubblica che si tramutano in dirompenti  leader politici,  i magistrati in accesi moralisti, gli onorevoli  in furbi procacciatori di affari. Insomma, nessuno fa quello che Costituzione imporrebbe: rappresentare l’unità nazionale, amministrare la giustizia, fare buone leggi.
Altro esempio,  come dire,  fresco di giornata:  la Corte dei conti.   Ieri il dottor Raffaele Squitieri, suo Presidente,  oltre alle consuete amenità virtuiste da inaugurazione dell’anno giudiziario,  ha lanciato una specie di Opa  della Corte dei Conti  sul  “ The Wall Street Journal”. Detto altrimenti:  ha esondato, reinventandosi come analista economico, a dire il vero,  mediocre.
Leggiamo la cronaca Ansa:         

Squitieri è intervenuto anche sulla situazione economica, affermando che il Paese sta attraversando un "quadro di estrema fragilità e di perdurante sfiducia degli operatori". Tuttavia, ha aggiunto, "si sono venuti ad innestare negli ultimi tempi elementi di novità di grande rilievo". Squitieri ha citato in particolare "quattro fattori che operano in direzione di una consistente modifica dello scenario di riferimento": la caduta del prezzo del petrolio, il deprezzamento dell'euro, la maggiore flessibilità annunciata dalla Commissione europea sui conti pubblici e il quantitative easing della Bce. L'impatto sull'economia di questi nuovi elementi, ha sottolineato il presidente della Corte dei Conti, dovrebbe essere positivo. Anche se, ha precisato, "il quadro che si prospetta è assai composito e difficile da decifrare o da leggere in modo unidirezionale". Ad esempio, ha concluso Squitieri, per quanto riguarda il ribasso del petrolio, "anche se è più probabile che prevalgano effetti propulsivi sul Pil, non si può escludere che l'ulteriore spinta alla discesa dei prezzi possa invece accentuare il deterioramento delle aspettative e portare a nuovi rinvii delle decisioni di spesa e di investimento".


Ora, la Costituzione italiana  all’articolo 100, comma 2,  recita:

La Corte dei conti esercita il controllo preventivo di legittimità sugli atti del Governo, e anche quello successivo sulla gestione del bilancio dello Stato. Partecipa, nei casi e nelle forme stabiliti dalla legge, al controllo sulla gestione finanziaria degli enti a cui lo Stato contribuisce in via ordinaria. Riferisce direttamente alle Camere sul risultato del riscontro eseguito.

Chiaro, no?  Che c’entra  il prezzo del petrolio con il controllo di legittimità?  E che dire delle banalità sullo “scenario di riferimento”? I “quattro fattori”… Gli “effetti propulsivi”…   La Corte dei conti  ha un mandato costituzionale specifico:  a quello deve attenersi. E non, per bocca del suo Presidente, prodursi  in  editoriali economici, per giunta di una banalità sconcertante…  
A proposito, il nuovo Capo dello Stato  Mattarella,  ieri presente,  che ne pensa?  


Carlo Gambescia        

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