lunedì 1 settembre 2014

Gli 80 euro di Renzi
Il cavallo non beve
  


Ormai è assodato,  il bonus fiscale  di  80 euro  voluto da Renzi non ha  prodotto l’auspicata ripartenza  della domanda privata. Peggio,  dopo la  recessione è giunta, per la prima volta dal 1959, la deflazione... I prezzi scendono, perché consumatori impoveriti non  spendono  in attesa che i prezzi calino ulteriormente, innescando così un infernale meccanismo al ribasso che può fare solo male all’economia.
Che fare “quando il cavallo”, anche se portato all’acqua, “non vuole bere", per dirla con Keynes ? La ricetta della sinistra è quella  di puntare sulla domanda pubblica: più investimenti  più tasse.  Il che  spiega l’accento posto da Renzi, in sede europea,  sulla flessibilità di bilancio.  E la destra che fa? C’è una ricetta?  A dire il vero sì. E quale?  Tagliare radicalmente imposte e tasse e non di  giocare con detrazioni e  bonus Irpef.  Tecnicamente, si chiama politica dell’offerta.  
Purtroppo, anche in sede europea, il confronto economico, è totalmente monopolizzato dalla sinistra nelle sue diverse sfumature.  E si  agita  -  vanamente -   intorno a pure questioni di bilancio: quelle di aprire o chiudere i cordoni della borsa statale.  Guai però a  parlare di  tagli alla pressione fiscale…  
E la destra si uniforma.    Ad esempio, nel dibattito innescatosi in questi giorni sulla deflazione, l’idea del collegamento  tra  deflazione e  pressione  fiscale elevata  non è  stata presa  in considerazione.  
Per contro, l’Agenda economica è  fissata da una  sinistra  tuttora legata agli schemi keynesiani della politica della domanda pubblica. Pensavamo che Renzi fosse diverso. E invece no.  Come del resto prova il decreto  “sblocca Italia”: solo  finanziamenti a pioggia…   E che il consumatore si arrangi e soprattutto - si veda il  “Sole24 Ore” di oggi -   si prepari a nuovi balzelli  a valanga. E la destra che fa?  Approva (con Lupi) o tace ( con Berlusconi).  Che malinconia.             

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