mercoledì 7 novembre 2012

Obama-re 
o della continuità del potere



E così Obama è stato rieletto... o incoronato...  Comunque sia,  auguri.
Per quale ragione  "incoronato"? Perché   desideriamo porre l’accento su un dato, ormai strutturale,  che ha distinto le presidenze statunitensi negli ultimi trent'anni: quello del doppio mandato. Si pensi a Reagan (2), Clinton (2), Bush figlio (2) e ora Obama (2). Ciò significa una sola cosa: che “anche” la democrazia repubblicana " più grande del mondo", dove si enfatizzano ricambio politico e partecipazione diretta,  ha necessità assoluta di continuità e stabilità  politica. In definitiva,   quattro anni sono pochi. Serve un "re-repubblicano".

Del  resto,  come  è  noto,   il presidente americano,  quanto ai suoi poteri  di "comandante in capo",   è  già  una specie di   monarca  assoluto ( o quasi) in sedicesimo...  Naturalmente,  il terzo mandato consecutivo è vietato da uno specifico emendamento ratificato nel 1951  per evitare altri Franklin Delano  Roosevelt, il temuto (dai repubblicani)  presidente "socialista"  dei quattro mandati, 1933-1945.  Tuttavia, da allora,   sono passati più di sessant'anni, perciò  non è detto che, prima o poi,  la necessità insita  nel  principio di continuità e stabilità del potere, non possa vendicarsi. Parliamo di una  "costante  metapolitica"   che  innerva tutti i regimi politici e le forme  di stato.  Insomma,   il potere  sembra essere   più forte  degli uomini… e delle democrazie repubblicane. 

Carlo Gambescia

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