venerdì 20 aprile 2012

I rischi della demagogia
Beppe Grillo 
e le responsabilità della politica



Non è il caso di stupirsi: è una regolarità del politico, teorizzata da Aristotele, quella che  indica  come   rischio principale della democrazia,  di per sé  già zoppicante,    la sua progressiva    degenerazione    prima in demagogia  poi  in tirannide. Perciò le pericolose stupidaggini di Beppe Grillo, che non meritano neppure commento, preannunciano il passaggio alla fase demagogica, preludio a qualche (dis-)avventura politica, che potrebbe far rimpiangere agli italiani Berlusconi e Prodi. E perfino Monti.
Si dirà: ma la situazione è seria, eccetera, eccetera… E allora? Proprio perché seria  va affrontata in nome dell’unità tra gli italiani  e non delle divisioni e dell’odio sociale. E quindi insieme all’Europa e non contro; insieme agli alleati occidentali e non contro;  nel quadro unitario di un’economia di mercato e non contro. Certo, tenendo conto, realisticamente, dei rapporti di forza, che non sono sicuramente a favore dell'Italia. Ma, come insegna Machiavelli, di necessità, cioè restare in Europa,  bisogna fare sempre virtù. Di qui, la scelta praticamente obbligata di  muoversi  nel cono d'ombra della Germania, ma  con l'astuzia della volpe,  visto che manca la forza del leone. 
È ovvio, che avventurieri della comicità politica come Grillo  giochino al tanto peggio tanto meglio, ignorando  le più elementari  regole  di comportamento politico; regole  rispettate da  ogni  serio leader politico:  realismo,  equilibrio, rispetto per l’esperienza storica, comprensione della complessità della vita economica e  internazionale,  diffidenza verso ogni forma di semplificazione e dilettantismo, nonché,  per dirla con Talleyrand,  “surtout pas trop de zèle”.

Monti non ci  piace.  E non  abbiamo gradito  il modo costituzionalmente illineare ( a dir poco...), seguito per imporre la scelta tecnica agli italiani. Parliamo di un governo, di cui, tra l'altro,  non condividiamo alcune scelte economiche e fiscali.  Siamo però altrettanto convinti che l’unità nazionale e la coesione politico-economica  europea  siano  le uniche  strade per uscire dalla crisi. Perciò  riteniamo che,  obtorto collo , ci si debba affidare a Monti.  Occorrono, ripetiamo, grande spirito unitario e senso di responsabilità. Il che, purtroppo, non significa, che la nostra classe politica sia automaticamente all’altezza del compito, e quindi capace di dare  il buon esempio. Qui è il rischio. Ed è proprio su questo terreno scivoloso che Beppe Grillo, da vero demagogo, gioca tutte le sue carte. 

Carlo Gambescia

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