mercoledì 11 aprile 2012


Di questi tempi il solo accenno a un certo pesce d’acqua dolce, fa pensare subito non tanto alla famiglia dei Salmonidi quanto a un’altra famiglia… A dire il vero però, Carlo Pompei,  come suo solito, vola alto. Il giusto, ovviamente. E nel post di oggi, in fondo, il “cucciolo” di trota resta un “cucciolo” di trota… Buona lettura. (C.G.)



L’istinto della “trota”
di Carlo Pompei




Quante probabilità di sopravvivenza ha un cucciolo di uomo nei confronti di un cucciolo di animale in una situazione di abbandono? Rimanendo ottimisti, effettuando calcoli da scommessa calcistica, uno a mille. Le proporzioni si riducono qualora l’animale sia domestico e, quindi, abituato alle attenzioni e alle cure dell’umano di riferimento.Se poi si tratta di un cucciolo di “trota” le speranze si affievoliscono ancora di più, perché si sa, in certe acque è più difficile sopravvivere. Nei prati la situazione non è migliore: la margherita del m’ama-non-m’ama è diventata quella del ruba-non-ruba…
 Lo spunto ci serve per parlare di due cose: dell’istinto (umano ed animale) e di un certo modo di relazionarsi con l’ambiente circostante e gestirlo prendendo posizioni via via differenti, cioè la politica. Avrete già intuito che l’argomento di oggi riguarda gli ultimi scandali (ultimi soltanto in ordine di tempo). La cronaca già la conoscete, passiamo all’analisi.
 L’istinto, dicevamo. L’animale nasce già con una “pseudo-conoscenza”, l’uomo la acquisisce: è impossibile vedere neonati cattivi, mentre un lupo è feroce già all’alba del secondo giorno di vita. L’istinto “animale” nell’uomo si sviluppa tanto più egli invecchia, la chiamano età della ragione, ma non sempre ha significato positivo; nell’animale rimane invariato per tutta la vita.
 L’uomo, poi, per legittimare tutto questo, ha inventato la politica, che ormai altro non è che un modo per combattersi (tra branchi) in maniera “legale”. Ogni combattimento è messo in scena da due fronti che prevedono, di volta in volta, la formazione di alleanze più o meno di comodo (nemico del nemico, etc.). A questi schieramenti vengono dati nomi che rappresentano una contrapposizione cromatica, una posizione fisica in Parlamento e una intellettual-ideologica. Quindi abbiamo rosso contro nero, sinistra contro destra, progressisti contro conservatori. Mentre nei primi due casi si verificano posizioni assolute, poiché astratte o quasi, nel terzo caso si da luogo al fenomeno che spesso genera gli effetti migratori in seno a partiti di segno opposto rispetto a quello d’origine. Perché? È chiaro che se uno status quo mi sta bene sarò conservatore, se non mi sta bene sarò progressista. Da progressista ridiverrò conservatore una volta raggiunto lo status che più mi aggrada.
 È senz’altro una riduzione semplicistica della questione, ma spiega abbastanza bene la naturale tendenza dell’uomo - chiamatelo pure istinto - a divenire ladro. E a volte assassino.

Carlo Pompei


Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura, illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level”.

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