venerdì 13 aprile 2012

Il capitalismo? 
Una automobile da corsa... dai freni difettosi



Spesso coloro che parlano di riforma morale del capitalismo vengono derisi. In effetti, se poi alle parole non corrispondono i fatti, non è facile credere alle “narrazioni” dei nuovi puritani… I quali invocano un capitalismo sobrio, animato da seri e laboriosi produttori e non da avidi e stupidi speculatori.

A coloro che predicano la nascita di un capitalismo sobrio, i derisori oppongono la sua irriformabilità. In primis, perché produrre significa consumare, di qui la necessità di una cultura consumistica: l’esatto opposto della sobrietà auspicata dai riformatori.
La società è un insieme di stili di vita, spesso di un unico stile di vita, che dall’alto progressivamente ricade e conquista culturalmente chi si trova negli strati intermedi e inferiori. Perciò non è detto che uno stile di vita sobrio “in alto”, come auspicano i riformatori, non possa non estendersi “in basso” .
Ma un capitalismo sobrio, privo di consumatori come di merci, le più diverse e “appetibili”, può essere definito ancora tale?
Probabilmente la questione della sobrietà, anzi della “trasmissione” della sobrietà, è uno degli anelli più deboli dell’intero sistema economico. E per una ragione molto semplice. Perché concerne la sua riproduzione economica e sociologica. Sotto questo aspetto il capitalismo ricorda una automobile da corsa lanciata a velocità folle, ma dai freni difettosi. Il rischio principale resta perciò quello dell’autodistruzione.
Va però qui fatta un’osservazione: il capitalismo è un sistema economico, la società un sistema politico e culturale. Ora, la riproduzione economica può dipendere da quella politico-culturale (e viceversa). Perciò, nulla impedisce che quei “freni” possano essere “riparati” anche in corsa. Ciò significa che piuttosto che una riforma morale del capitalismo, occorre una riforma politica e culturale della società, capace di influire - senza pretendere di determinarli - sui meccanismi economici. E qui si apre un’altra questione, determinante per il nostro futuro : esiste oggi una classe politica culturalmente in grado di saltare sull' “automobile” in corsa?

Carlo Gambescia

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