giovedì 8 settembre 2011

Il libro della settimana: Antonio Franchini, Memorie di un venditore di libri, Marsilio 2011, pp. 78, Euro 9,00 


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http://www.marsilioeditori.it/


Anno di grazia 1975, cento chilometri a Sud di Roma, località di mare. Al giornalaio, chiedo dove sia una libreria… E lui, un piccoletto sui quaranta, abbronzato come un pescatore, mi risponde: « Song’io! », indicandomi una botteguccia, proprio alle spalle dell’edicola, senza insegna, seminascosta dalle foglie di un cespuglioso oleandro in debito di potatura. Accompagnato dal giornalaio-pescatore entro e trovo una donna scalza, somigliante come una goccia d’acqua alla Lollobrigida di “Pane Amore e Fantasia”. Una bellezza selvatica che stira su un tavolaccio strategicamente allineato alla porta di ingresso, per infilare tutta l’aria fresca in entrata. La Bersagliera non sembra curarsi di noi. Dagli scaffali non si affacciano tomi, bensì pacchi di quaderni, confezioni di colori, scatole di matite e materiale vario di cartoleria e perfino alcuni sacchetti di carbone. I libri invece sono impilati sul pavimento; ce ne sono addirittura sotto l’asse da stiro, travestiti da protesi cartacea. Con lo sguardo schedo mentalmente intere collane economiche: Universale Laterza, Oscar Studio Mondadori, Piccola Biblioteca Einaudi… Il paradiso della saggistica di allora. Certo, volumetti mal rilegati (come i vecchi “UL” Laterza), e perciò condannati a spaginarsi. Ma - miracolo! - a prezzi vecchi. Negli anni dell’inflazione a due cifre i listini correvano, ma dalla Bersagliera i prezzi erano fermi a cinque anni prima.
Insomma, per farla breve, uscii di lì con una cassetta della frutta, quelle di una volta a listelli legno, strapiena di libri… Grato al Giornalaio-Pescatore e alla silenziosa Bersagliera, ma ancora di più al rappresentante che, evidentemente, disdegnava quella specie di Fortezza Bastiani del libro economico sulla costa tirrenica.
Ora, chiunque abbia navigato nei misteriosi mari del Sud del libro, come chi scrive, non deve farsi sfuggire il gustoso racconto di Antonio Franchini, Memorie di un venditore di libri (Marsilio 2011, pp. 78, euro 9,00). Dove il vero protagonista non è il simpatico Procolo Falanga, invece solerte e affabulante visitatore di tutte le Fortezze Bastiani da Napoli in giù, ma quel Sud profondo, per dirla con Battiato, prima dell’arrivo dell’ l’Idrolitina.
«Zone depresse» dove, ancora negli anni Settanta del Novecento, si considerava il libro roba da professori, inutile al popolo, se non per pareggiare la zoppicante gamba di un tavolo uso asse da stiro… Ma diamo la parola al buon Procolo (al secolo Ferdinando, rappresentante della Mondadori), conosciuto in carne e ossa da Franchini: « ‘A Calabria? La Calabria è debole in tutto, la Calabria è un peso per l’Italia. È come se uno tenesse ‘o pede sempre ingessato. Sia sul versante tirrenico sia su quello ionico noi i libri li davamo a chi vendeva i giornali, e siccome all’epoca i giornali li vendevano i barbieri, noi là sotto tenimmo nu cinquanta per cento di clientela che so’ ex barbieri. Non c’erano edicole all’epoca; dinto add’o barbiere ‘ a gente s’arrucchiava e allora s’accattava pure ‘ o giurnale. Ce ne steva uno a Belvedere Marittimo, che si chiamava Nicastro Aristodemo, e un altro, a Lauria Superiore, che si chiamava Astuto Ciro, che ancora hanno conservato le sedie di barbiere del vecchio locale. E quando facevano le rese, restituivano i libri con i capelli e i peli in mezzo alla pagine » .
Una tragedia, anzi una tragicommedia all’italiana, proprio come quella della Bersagliera del cinema, contesa da Carabinieri e artisti girovaghi. E oggi? Gomorra, come Franchini ben sa, ha venduto anche al Sud. Evidentemente, il Mezzogiorno è mutato. Il libro non è più visto come roba da istruiti giacobini. Probabilmente, grazie all’ Idrolitina della scuola di massa, il Mezzogiorno è diventato più istruito e moderno. Resta però un pubblico che compra solo megaseller. Certo, non più dal barbiere, perché anche ad Afragola ormai proliferano i centri commerciali. Per contro, se è vero che da Napoli in poi si legge di più, è altrettanto vero che il Nord resta sempre in testa, anche nella lettura. Benché le statistiche poi rivelino la deprimente realtà di un’ l’Italia unita che prende schiaffi anche in libreria dal resto d’Europa: una specie di grande Nord, di cui noi italiani, purtroppo, continuiamo a rappresentare il Sud depresso, pre-Idrolitina.
Che, alla fin fine, abbia ragione Don Procolo ? Da noi, « ‘e libri, nun è che nun se vendono mò. ‘E libri nun se so’ venduti maie…» . Amen.

Carlo Gambescia
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