venerdì 3 giugno 2011

Le "Considerazioni finali" di Draghi

 Solo politica dell’offerta


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La scoperta dell’America… Anzi “Amerika”, perché gli Stati Uniti sono una terra dove la vita, molto competitiva, non è facile per nessuno… Parliamo dell’ennesimo appello, molto “amerikano”, di Draghi. O meglio reaganiano, benché, ogni volta, soprattutto a sinistra, si eviti di ammetterlo. Guai accostare un reazionario come Reagan a un banchiere illuminato…
Nelle Considerazioni Finali, il futuro Presidente della Bce si è pronunciato, come suo solito, per una drastica riduzione del peso del fisco su imprese e lavoro: «Andrebbero ridotte in misura significativa le aliquote, elevate, sui redditi dei lavoratori e delle imprese, compensando il minor gettito con ulteriori recuperi di evasione fiscale, in aggiunta a quelli, veramente apprezzabili, che l’amministrazione fiscale ha recentemente conseguito». Inoltre, secondo Draghi, «per incentivare il ricorso al capitale di rischio andrebbe ridotto (…) il carico fiscale sulla parte dei profitti ascrivibile alla remunerazione del capitale proprio».
Questa politica economica si chiama supply-side economics. Detto altrimenti: economia dal lato dell’offerta. Ed è tipicamente neoliberista, perché oppone la libera iniziativa di imprenditori detassati, quali rappresentanti dell’offerta, all’economia della domanda, di origine keynesiana, basata sull’intervento pubblico, teso a far crescere occupazione, welfare e, di riflesso, domanda di consumi.
Semplificando: per i neoliberisti lo Stato deve restare a guardare (politiche dell’offerta), mentre per i welfaristi intervenire (politiche della domanda). Una politica, quella dell’offerta, che piacque molto a Reagan ( e prima ancora alla Thatcher). Ma attuata con esiti alterni, perché diminuì l’inflazione, salì non di molto l’occupazione, ma crebbero soprattutto i poveri. Rischi, attualmente, non così remoti anche per Europa e Italia, stando ai dati non certo incoraggianti sui cosiddetti livelli occupazionali e di povertà.
E cosa dire del programmino che Draghi si propone di realizzare una volta insediato al vertice Bce? Citiamo ancora dalle Considerazioni Finali: «La Banca Centrale Europea ha come obiettivo primario la stabilità monetaria: né la presenza di rischi sovrani né la dipendenza patologica di alcune banche dal suo finanziamento possono far deflettere da questo obiettivo». Capito? Di sicuro, in questo modo (politica dell’offerta e taglio della spesa pubblica) l’occupazione, almeno a breve, non crescerà, mentre certamente salirà il numero dei poveri.
Ma quel che preoccupa è il silenzio che pare sempre più avvolgere tutte le forze politiche. Una passività verso l’imperante vulgata “offertista” che probabilmente nasce dal timore di venire liquidati come bolscevichi, solo perché favorevoli al timido ritorno di politiche della domanda.
Un cosa però va detta. Se oggi chi difende la politica della domanda è vicino alle Guardie Rosse, allora chi la combatte, come Draghi, sta con le Guardie Bianche. A ciascuno il suo. 

Carlo Gambescia

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