lunedì 24 gennaio 2011

Berlusconi e 
le anomalie italiane


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Diciamo subito che di anomalie politiche ce ne sono due: quella rappresentata da Berlusconi e quella incarnata dai suoi avversari…
Anomalie politiche, attenzione, non parliamo di anomalie sessuali, comportamentali, morali, eccetera, Per capirsi: il fascismo cadde non perché Mussolini, come è noto, si dedicasse agli amori extraconiugali, ma perché commise una serie di errori politici. E in particolare quello di scatenare e perdere la guerra. Fatti squisitamente politici, non privati o personali.
Ora, la prima anomalia politica italiana è quella del consociativismo al centro (con varia fortuna e valore, si va infatti da Cavour a Craxi, Andreotti, Forlani). E, di conseguenza, dell’assenza in tutta la storia unitaria italiana di una destra conservatrice, parlamentare e “di massa” . Anomalia, rispetto a ciò che - piaccia o meno - costituiva e costituisce la norma nell' Europa liberaldemocratica (due partiti, o comunque due proposte chiare...). Al fenomeno si possono dare varie spiegazioni storiche. Noi però non vogliamo entrare nel merito della questione. Perciò rinviamo il lettore alle trattazioni storiche in argomento.
Il fascismo sotto questo aspetto non fece che fortificare l’anomalia. E in che modo? Indirettamente, puntando sull’idea antisistemica di fascio di forze al di là della destra e della sinistra… Ma anche per un'altra ragione: nel dopoguerra, poiché il fascismo aveva comunque cooptato forze conservatrici, la destra venne messa fuori gioco (“centrismo”, “centrosinistra”, “unità nazionale” fine anni Settanta, "pentapartito" anni Ottanta): semplificando al massimo, l'elettore di destra, dopo il 1945, dovette perciò accontentarsi di votare Dc, una "balena bianca" che, dagli anni Sessanta in poi, si sarebbe accordato - o politicamente o di fatto - con le diverse anime della sinistra, giocando astutamente su più piani. Le sole alternative per l'elettore di destra restarono quelle di un lillipuziano partito liberale, troppo legato alla Confindustria, o il ghetto missino. Una "ridotta", spesso folcloristica, che ai tanti, memori del disastro fascista, non poteva non ripugnare.

Questa situazione è andata avanti fino allo scandalo di Tangentopoli e alla successiva discesa in campo di Berlusconi. Il cui merito, richiamando Fini e cooptando le varie destre sparse ( interne ai partiti socialista, democristiano, liberale, eccetera), rimane quello di essere riuscito a ricomporre la destra in Italia, puntando sul bipartitismo liberaldemocratico. Sotto questo profilo, Berlusconi, o meglio il progetto storico da lui – volente o nolente – incarnato, rappresenta una seconda anomalia rispetto al sistema politico italiano effettuale, per l'appunto di tipo consociativo, a sua volta, però anomalo, rispetto alla normalità europea (destra/sinistra, democratiche e ben delineate, eccetera).
In questo senso gli avversari del Cavaliere parlano giustamente di "Paese normale". E per una ragione molto semplice: perché per “loro”, o meglio dal "loro" punto di vista, la “norma” è il consociativismo centrista...
Ciò significa che appena il Cavaliere sarà andato a fondo, su di lui potranno di nuovo chiudersi le placide acque della “normalità” italiana.


Sic transit gloria mundi.

Carlo Gambescia

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