mercoledì 15 dicembre 2010

Il voto di ieri 
 Le responsabilità della sinistra


.
Nessuno ci toglierà dalla testa che quei pochi voti che hanno permesso a Berlusconi di restare in sella vadano imputati a una sinistra incapace sia governare, sia di fare opposizione in modo serio. Disposta solo a cavalcare l’antiberlusconismo e il massimalismo sociale, confidando in Fini e fomentando la piazza. Ossia su due “fattori” politicamente incontrollabili. E infatti Berlusconi è restato al comando, e Roma, di colpo, è tornata al 1977. Complimenti.
Purtroppo il massimalismo resta l'antica malattia della sinistra italiana. Da sempre incapace di trasformarsi in una seria e operosa sinistra socialdemocratica.
Che bisogno c’è di soffiare sul fuoco di una riforma universitaria - tra l’altro da noi criticata - che può essere cambiata, una volta vinte le elezioni? Che bisogno c’è di cavalcare l’odio della guerra classe, quando una volta vinte le elezioni si possono fare buone leggi contro la precarizzazione? Che bisogno c’è di definire Berlusconi Male Assoluto, quando una volta vinte le elezioni si possono fare ottime leggi sul conflitto di interessi?
Questo non significa che non si debba criticare il Governo. Ma lo si può fare senza per questo soffiare sul fuoco delle protesta sociale, soprattutto in un Paese dove il terrorismo non è mai stato del tutto sconfitto. Essere riformisti veri - ed è segno di arretratezza discutere ancora di queste cose - significa comprendere e veicolare tra i cittadini l'idea che viviamo in una democrazia, dove è possibile con il libero voto cambiare le cose. Mica siamo in Cina. E ogni volta che la sinistra afferma il contrario non si delegittima solo l’avversario, ma la democrazia stessa
Per vincere servono però programmi concreti. Voglia di lavorare. Non le battute di Bersani, gli intrighi di D’Alema. le poetiche sciocchezze di Vendola, i trasformismi di Veltroni, il classismo di Ferrero.
La forza di Berlusconi è anche nel deficit di vero riformismo (in senso socialdemocratico, ovviamente) che distingue una sinistra parlamentare e sindacale capace di salire sui tetti, farsi riprendere da telecamere compiacenti, ma non di realizzare riforme sociali, come ad esempio avrebbe potuto fare dopo l'ultima vittoria elettorale nel 2006. Tutto qui. Purtroppo. 

Carlo Gambescia

Nessun commento:

Posta un commento