mercoledì 4 agosto 2010


Ortopolitica
Italia terra dei cachi o dei complotti?




Berlusconi non vuole mollare, Fini inciucia con i democristiani, Bersani propone Tremonti alla guida di un governo post-Cavaliere, Vendola candida se stesso, Grillo pure. Di Pietro, infine, vuole arrestare chiunque sulla giustizia non la pensi come lui. E dulcis in fundo, il presidente Napolitano da oggi è in vacanza a Stromboli... Tanto la situazione politica è così tranquilla...
Tutti si azzannano come se l’Italia fosse da anni fuori corso al pari della vecchia Lira. E gli italiani? Un po’ se ne fregano, un po’ invidiano e si invidiano, un po’ si arrangiano. Anche perché per l’ “italiano medio” l’Italia come patria comune non esiste: non c’è passato, non c’ è futuro, solo un presente all’insegna del si salvi chi può. O del proprio Ego, se si preferisce: si pensi alla fama cui oggi è assurto un personaggio come Corona. E la Chiesa? Non ha mai amato troppo l’Italia. Quasi quanto gli industriali, come Marchionne da ultimo insegna. Il mondo della cultura? Vuole vivere bene. Assomiglia al mondo della politica. E per vivere “bene” non si deve fare cultura sul serio, televisione, magari sì. Del resto la fama dell’Italia all’estero è ferma da un pezzo sulle figure ingessate di Dante, Leonardo e Michelangelo
Due giorni fa si è celebrata la ricorrenza della Strage di Bologna. Si è vista un’Italia unita? No. Da una parte lo Stato latitante, dall’altra un’adunata, non sediziosa, bensì astiosa. Ma come - si dice - sopravvissuti e famiglie chiedono solo giustizia? Al tempo, giustizia c’è stata, almeno in tribunale. Perché non smetterla una volta per tutta con il maledetto gioco al rialzo “dei livelli direttivi” delle trame? Perché “tirarsi in faccia” i morti solo per ragioni di tasca ideologica? Soprattutto quando c’è una sentenza passata in giudicato…
L’unica passione che unisce gli italiani sembra essere quella per la dietrologia. Passione che, ovviamente, spalanca le porte alla denigrazione politica. Purtroppo, a differenza di certe ricariche per cellulare, più ci si denigra, meno si ricarica l’Italia… Inoltre siamo davanti a un’ “arte” esercitata non su fogli clandestini ma sulle prime pagine dei giornali più importanti, a destra come a sinistra.
Ecco, se tra noi c’è un’idea diffusa dell’Italia, sicuramente è quella del paese "governato" dagli incappucciati. Che tristezza.

Carlo Gambescia

Nessun commento:

Posta un commento