domenica 7 aprile 2013

Le primarie del centrosinistra per il sindaco di Roma e lo “smorzo” sotto casa …




Oggi  il centrosinistra romano  sceglie  lo sfidante di Alemanno.  Ai nostri auguri  facciamo seguire una storia, anzi  una  "storiella"  rionale,  sperando così  di aiutare gli elettori  nella  scelta del candidato giusto.   La prendiamo - apparentemente - da  lontano.  Quindi chiediamo un pizzico di pazienza.           
Chi abita  nel rione Prati,  magari da qualche anno,  sa bene  dell’esistenza di uno "smorzo" a due passi da San  Pietro,  in una delle laterali che conducono a piazza Risorgimento.  A Roma  con questo termine  si intende   lo spegnimento della calce, nonché per estensione anche il luogo dove si vendono i materiali più comuni per l’ edilizia ( mattoni, calce, cemento, eccetera.). Insomma,  parliamo di   un'attività  che si integra a meraviglia  con l'andirivieni di turisti   giapponesi, tedeschi, americani  che,  come è noto,  vengono appositamente da Tokio,  Berlino e New York  per acquistare  foratini  30x15 made in Rome.    
Anche se la calce non viene più “spenta” in loco, lo “smorzo” è lì da più di ottant’anni: un cortilaccio pieno zeppo di materiali da costruzione,  circondato  da  palazzoni umbertini. E, s'intende,  per la delizia di  alcune generazioni di residenti,  evidentemente innamorati del panorama punteggiato da frondosi laterizi e  avide di vivere tra rumori, polveri, parolacce  e quant’altro. 
Ora, qualcuno  penserà: possibile che nel  cuore di Roma si possa ancora  gestire  un’attività del genere? Così rumorosa e inquinante? Evidentemente sì. Altrimenti, lo “smorzo”, che si  è potuto fregiare addirittura dell'insegna di "bottega storica",  avrebbe già chiuso i battenti.  Del resto i residenti sembrano decisi,  visti i superlativi  livelli di  inerzia, a guadagnarsi un posto d’onore nel Guinness dei Primati.
E "passi pure", come  versificava  Trilussa,  per il “popolo cojone”… Quel che invece stupisce è che a un tiro di schioppo dallo "smorzo" abiti,  e non da poco,   uno dei sei candidati alle primarie del centrosinistra:  un azzimato  ex “mezzobusto” televisivo…  Ora, di regola, un aspirante sindaco dovrebbe nuotare come un delfino nelle acque del sociale, mostrando di saper  intuire come il simpatico mammifero marittimo  i “bisogni” dei consimili.   E invece pare proprio di no.  Per uscire di metafora:  l’ex conduttore che oggi parla  di  progetto per Roma,  prima di candidarsi  al massimo  progettava le sue vacanze. Ignorando, seppure benedicente quando lo si incrociava,  i problemi del suo rione. E adesso vorrebbe addirittura  "cambiare la capitale"... 
Disinteresse  dovuto a stress da  superlavoro?   Mah...    A dirla tutta,  forse si tratta di guicciardiniano  culto del "particulare". Infatti,  le sue finestre non davano  e non danno  sullo “smorzo”…  Particolarismo però  dal respiro corto...  Perché,   anche se non a stretto giro di posta,  le polveri  finivano e finiscono  per beccarsele anche i suoi pargoli… Insomma, l’ex “mezzobusto” che aspira alla fascia di sindaco ricorda quel personaggio della  famosa barzelletta di Totò,  dove un tizio,  scambiato per un altro e  preso a schiaffi,   fa finta di nulla: «Ecché mmmé frega aaa mmmé? Mica mi chiamo Pasquale, io…».

Certo, lui si chiama David…

Carlo Gambescia

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