martedì 11 maggio 2010

La Banca Centrale Europea 
e le “misure “tampone



Come oggi si legge sui giornali, la Banca Centrale Europea avrebbe mostrato “tutto il suo coraggio”. E in che modo? Manifestando la volontà di acquistare i bond governativi dell’area euro e di sostenere con più vigore la moneta europea sui mercati.
A tutto ciò, si è anche affiancata, in concorso con il FMI, la creazione del Fondo Europeo di Stabilizzazione (FES), per intervenire “cash” al fine di aiutare gli stati Ue in difficoltà: in pratica un aiutino sugli interessi dovuti per i bond governativi trattati sui mercati.
Non c’è bisogno di essere esperti economisti per capire che si tratta di misure “tampone”, rivolte a stabilizzare i mercati borsistici e la tenuta dell’euro. Nulla di strutturale. Si procede tappando i buchi, fino alla prossima crisi speculativa.
E che non si voglia andare oltre, risulta evidente dalla volontà espressa, ai massimi livelli politici ed economici, sulla necessità “inderogabile” di tenere sotto controllo i conti pubblici.
Su questi basi sarà difficile che i consumi privati e pubblici possano tornare di nuovo a crescere. Soprattutto se con manovre correttive, rivolte puramente a “tappare i buchi”, si tenterà nuovamente di svuotare le tasche dei cittadini, magari "digitando" scioccamente insieme sui tasti delle imposte dirette e indirette.
Servirebbe invece - e proprio su base europea - un grande piano di lavori pubblici e di rilancio dell’economia e dell’occupazione.
Ma - ecco il punto - sul piano del computo della spesa pubblica, le spese in conto capitale (per investimenti) andrebbero scorporate da quelle correnti (per stipendi e salari). E queste ultime commisurate ai livelli di qualità dei servizi erogati. Anche il debito pubblico andrebbe suddiviso in produttivo (per investimenti sociali e pubblici) e dunque finanziabile anche attraverso la leva fiscale, e improduttivo (per pagamenti di interessi pregressi, maturati a vario titolo), e quindi via via destinato a ridursi nel tempo, fino a raggiungere livelli economicamente fisiologici.
Non diciamo di più, perché non siamo economisti di mestiere.
Temiamo perciò che qualche lettore possa liquidare la nostra proposta come un puro tentativo di "far quadrare il cerchio"... Roba da sognatori... Forse. Ma sempre meglio che stare a guardare. O no? 

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