venerdì 4 dicembre 2009

Perché non andremo 
al “No Berlusconi Day”


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Domani si terrà a Roma il "No Berlusconi Day”. E noi non ci saremo. Spieghiamo perché
Innanzitutto che cos’è l’antiberlusconismo? Uno stato d’animo? Un’ideologia? Una posizione politica?

E' tutte e tre le cose.
Uno stato d’animo, perché accoglie la tradizionale e incapacitante diffidenza pauperista nei riguardi della ricchezza, abbastanza diffusa in Italia.
Un’ideologia, perché accoglie al suo interno i resti di ideologie classiste o "paraclassiste" come quella marxista, fascista e nazionalsocialista.
Una posizione politica, perché l'antiberlusconismo viene sposato, di volta in volta, dalle forze politiche più diverse per ragioni strumentali. Si pensi ad esempio, alla natura opportunistica, dell’antiberlusconismo di Eugenio Scalfari, Antonio Di Pietro, Gianfranco Fini. E al continuo richiamarsi, di tutti, alla necessità di governare l’Italia al Centro e dal Centro.
In questo senso il Berlusconi, dipinto il come “male assoluto”, ha rappresentato il catalizzatore - e lui ovviamente non ha mai fatto nulla per far cambiare idea agli oppositori… - di queste tre forme di "basso continuo" antropologico e storico, confluite in quello da noi qui chiamato antiberlusconismo “parziale”.


Tre forme che nella realtà si mescolano e si sovrappongono, dando vita all’ antiberlusconismo “totale” o “totalitario”. Che però, proprio perché frutto composito di varie tendenze, non può essere produttivo sul piano della lotta politica. Come provano le diverse e spesso contrastanti interpretazioni dell’ “esperienza berlusconiania”.
Di conseguenza le manifestazioni di piazza contro Berlusconi, invece di unire rischiano di dividere ancora di più le forze che si oppongono al Cavaliere.
Soprattutto perché, anche se cadesse Berlusconi, e qui il discorso torna a farsi strutturale (sociologico), non cadrebbero con lui né l'incapacitante diffidenza verso la ricchezza, né il classismo e il "paraclassismo", né l’opportunismo o strumentalismo da Grande Centro, che ha sempre caratterizzato il sistema politico italiano, fin dall’Unità.
Tutti fattori che non hanno favorito né favoriranno la maturazione democratica italiana.
Concludendo, proprio per le ragioni enumerate, noi, pur vivendo a Roma, non parteciperemo al “No Berlusconi Day”. 

Carlo Gambescia

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