lunedì 19 maggio 2008

Il Giornale 
Prove tecniche di totalitarismo



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Il Giornale, nascondendosi dietro il solito sondaggio “favorevole” ( http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=262359 ), propone con grande entusiasmo di prendere “le impronte e il dna di tutti gli zingari”.
Nulla di nuovo sotto il sole. Purtroppo. E' come tornare a Pilato. Che chiedeva alla folla di scegliere tra Gesù o Barabba... E per giunta il Giornale sembra entusiasta che la gente, dopo duemila anni, risponda ancora all'unisono Barabba... Invece di scorgervi un buon esempio di quanto funzioni male la democrazia plebiscitaria. La stessa che portò Hitler al potere, col consenso maggioritario ed entusiasta di quei tedeschi che volevano sentirsi “sicuri”.
Domanda: ma allora quelli del Giornale che razza di liberal-democratici sono? Risposta: non lo sono affatto. Cianciano di libertà, soprattutto nelle pagine economiche. Perché da bravi sottoposti legano la libertà al possesso di mezzi economici. Come quelli, tanti, forse troppi, posseduti dalla famiglia Berlusconi, che a sua volta, guarda caso, è proprietaria del Giornale. Ma questa è un’altra storia…
Prendere le impronte di una persona, o addirittura il suo dna, senza che abbia commesso un reato è un fatto di assoluta gravità. Perché, ad esempio, significa ritenere tutti gli “zingari“ colpevoli solo per essere tali "dalla nascita". Tesi molto apprezzata a suo tempo dal dottor Mengele.
Non è perciò una misura da prendere sottogamba. Dal momento che una volta passato a "furor di sondaggio" il principio della reponsabilità oggettiva di gruppo, di regola invocato dai più infami regimi totalitari, ogni diverso ( dal membro di una comunità gay a quello di una lunatic fringes) rischia di essere schedato, e poi magari messo in prigione. Solo perché “otto italiani su dieci” eccetera, eccetera…
Di qui la necessità di creare un fronte comune, come dire, di tutti i “diversi”. Un fronte in grado di fare opinione e così impedire l’introduzione di misure come quelle avanzate dal Giornale. Provvedimenti contrari non solo ai principi liberali, come dicevamo all’inizio, ma alle due più elementari forme di libertà personale: quella di natura ascrittiva che riguarda il rispetto dell’ appartenenza per nascita dei singoli a gruppi sociali “marginali” come nel caso dei rom. E quella di natura acquisitiva che concerne il rispetto delle appartenenze per scelta, come nel caso dell’ adesione individuale a gruppi politici “non conformi”, di qualsiasi colore.
La libertà è rispetto della minoranze, tutte. Pertanto la situazione è seria. E l’unica riposta possibile resta la creazione di un “Fronte dei Diversi”.
Guai a dividersi. E qui ci piacerebbe conoscere il parere di Luca Doninelli, collaboratore del Giornale e cattolico come noi. Ma a quanto pare, frequentatore di cattive compagnie...

Carlo Gambescia 

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