venerdì 12 giugno 2020

Nessuno tocchi la statua di Montanelli! 
Lupi umanitari


Come  sono buoni i lupi umanitari…   Come sorridono nella foto sotto il titolo… (*).  Si fa per dire, ovviamente. 
In realtà, i Sentinelli  di Milano  rappresentano  il razzismo dell’antirazzismo. Un fenomeno che, sociologicamente parlando, si chiama sociocentrismo: un certo gruppo sociale - quindi una microsocietà -   si autodichiara depositario della verità e designa come nemico chiunque sostenga idee contrarie, ieri, oggi, domani, sempre, ponendosi  al centro del processo di ri-cognizione sociale, dettando regole di comportamento.    
Il  sociocentrista, anche quando in teoria si batte per cause in linea di principio giuste,  tende  in pratica ad assolutizzarle. E quanto  più cresce  l’intransigenza con cui si difende la  causa,  tanto più  si mette in pericolo l'altrui libertà. Di regola, la forma mentis del sociocentrista  rinvia al  tipo setta o al movimento oppositivo allo stato nascente.    
L’umanitarismo, in linea di principio giusto, come nella sua storica battaglia contro lo schiavismo, si trasforma  nel suo contrario quando nella pratica, da fatto collettivo diventa fenomeno settario o puramente oppositivo. Insomma, quando non riconosce più all’avversario, trasformato in nemico assoluto, la comune appartenenza al genere umano. 
I Sentinelli pertanto, da par loro,   chiedendo l’abbattimento della statua di Montanelli,  sono perfettamente coerenti con i principi umanitari da  tipo setta che difendono.  Il  che spiega il disconoscimento  nei riguardi del giornalista circa la sua “qualifica” di  membro del genere  umano, per così dire la sua indegnità.   
Non abbiamo usato a caso il concetto di “qualifica”, perché il sociocentrismo attribuisce “qualifiche” negative e positive in base ai valori che esso professa.  La “qualifica” è un’attribuzione culturale, una sovrapposizione,  che dipende dal tipo di cultura in cui si crede.  Qualcosa di relativo a.
E qui veniamo al punto: essere antischiavisti ( o altro, ad esempio femministe) alla fine del Settecento aveva un preciso senso storico: il principio di umanità a quel tempo imponeva l’eguaglianza, dal momento che l’umanitarismo illuminista non aveva ancora vinto la sua battaglia.
Ma oggi, dopo che le leggi hanno recepito il concetto di eguaglianza? Insomma,  in qualche misura,  il sociocentrico può apparire anacronistico, quindi ridicolo. Anche se resta pericoloso...  Si rifletta, che senso storico può avere una  battaglia del genere?  Se non quello, assolutistico, di usare l’umanitarismo come una volgare risorsa politica  per conquistare il potere e rimodellare la società  secondo altri valori?

Valori -  attenzione -  che hanno un nome preciso: antioccidentalismo, anticapitalismo, antiliberalismo. Insomma, per ironia della storia, l’umanitarismo illuminista si è tramutato  nell’oscurantismo dei distruttori di statue. Nel suo esatto contrario: il talebanismo, professato in Occidente, quantomeno come forma mentis, dal lupo umanitario.  
Nessuno tocchi la statua di Montanelli!  Tutti a difenderla! Perché sono in gioco i valori liberali della civiltà Occidentale.

Carlo Gambescia

(*) Fonte:  http://isentinelli.it/