martedì 5 settembre 2017

Vaccini, il Veneto concede una proroga fino al 2019
La  marcia (non più così lunga) della demenza politica



Vaccini.  Invitiamo  i lettori   a dare un’occhiata ai giornali di oggi. Tutti (*). Fatto?  Bene,  sulla decisione del Veneto, a parte qualche generico richiamo alla purtroppo  cronica  diatriba “giurisdizionale” stato-regioni  che, tra parentesi, se fosse passato il referendum costituzionale, non staremmo qui a discutere  (ma Renzi doveva cadere, per la serie tagliarsi i testicoli per far dispetto alla consorte…), non c’è un titolo deciso, chiaro e netto, che illumini  sulla gravità della posta in gioco,  tipo, "La politica del gambero",  " Con la salute non si scherza",  e così via. 
Perché? Insomma, cosa sta accadendo?  Che, non solo sui Social (ormai ricettacolo di qualsiasi scemenza), ma anche nella pubblica opinione,  un tempo seria, quella  che  dovrebbe  ruotare intorno ai giornali,  sta prevalendo una pericolosa condiscendenza  verso  idee,  a dir  poco bizzarre, politicamente rappresentate dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega. Per non parlare dei gruppuscoli di estrema destra e di estrema sinistra, sempre pronti a fare casino, se ci si perdona l’espressione.   
Pensiamo a  battaglie lunatiche, come quella dei vaccini, che un tempo nessuno avrebbe preso in considerazione.  E che invece oggi sono al centro di campagne sociali, con inevitabili risvolti elettorali. Ciò spiega anche i tentennamenti politici, i conseguenti provvedimenti pieni di buchi, come quello del Ministro Lorenzin, varati all’ultimo minuto, quindi facile bersaglio di critiche e  ritorsioni politiche.
Perché  questa  crescente prevalenza di pseudo-opinioni?  Di cui in tempo avremmo tutti sorriso? Per un verso manca  una vera  leadership politica:  si gioca, tutti,  a prendere più voti,  sposando le cause più bislacche, che però proprio perché recepite politicamente, finiscono per non essere considerate più tali, al punto di entrare nella "normale" agenda dei politici;  per l’altro, dal momento  che la storia procede per oscillazioni,  stiamo  subendo  una paurosa regressione collettiva, verso credenze magiche, dettate da paure irrazionali. Una involuzione  assecondata dalla crescente diffusione  di comportamenti radicati  nell' egoismo antipolitico  e  nel giustizialismo più volgare.  Insomma, la parte irrazionale dell'uomo - complici  una "certa" idea anti-capitalista della crisi economica e l'effetto-moltiplicatore dei Social -   si sta vendicando della sua parte razionale.  
E nessuno sembra accorgersene. Anzi, il ritorno del magico viene celebrato, da non pochi,  come una conquista di libertà. Al peggio non c'è mai fine: mancava,  nella  nostra, collezione di osservazioni sociali, l'ultimo nato, il liberalismo magico dei No-vax.  Il multi-culturalismo vaccinale,  ammesso e non concesso che abbia dignità di cultura politica,  non è liberalismo ma la sua scimmia: un welfarismo negromantico,  liberale quando fa comodo, a spizzico, quindi caricaturale: sanità pubblica, sì, vaccino, no. Per la serie - perché poi il punto è sempre lo stesso -  privatizzare i profitti, socializzare le perdite. Solo che qui, si "socializza" la salute dei bimbi degli altri.    
In realtà,  siamo   dinanzi a un  "mix"  di protesta sociale e demenza ideologica,  che non trovando freni politici e  mediatici,  rischia di portarci, tutti, alla rovina.   

Carlo Gambescia

 (*) http://www.giornalone.it/