venerdì 19 ottobre 2012

Twitter, l’imbecillità e la libertà



La notizia che segue  l’abbiamo scoperta per caso tra le brevi dell’Ansa: « Twitter ha bloccato l'accesso a un conto di un gruppo neonazi su richiesta del governo tedesco: è la prima volta che il social network applica la sua nuova politica di censura entrata in vigore a gennaio. La nuova politica permette al social network Usa di bloccare contenuti nei vari paesi se i tweet violano le leggi locali. “Non vogliamo negare i contenuti; bene avere gli strumenti per farlo in modo mirato e trasparente”, ha scritto in un tweet il rappresentate legale del social network» ( http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/tecnologia/2012/10/18/Germania-Twitter-chiude-conto-neonazi_7652126.htm  ) .
Ora,  il vero problema  è  questo:  l’imbecillità ( e useremmo lo stesso termine anche nel caso del radicalismo di sinistra, o di qualsiaisi  altro genere) va censurata? A nostro avviso no.  E spieghiamo perché.
Twitter parla di «contenuti», evidentemente linguistici.  Ma una cosa è la critica verbale, un’altra il passaggio a vie di fatto. Certo, in alcune nazioni dell’Occidente, esiste il reato di apologia delle ideologie che incitano alla violenza. Norma  introdotta per contrastare, anche linguisticamente,   il radicalismo di destra in particolare. 
A nostro avviso si tratta di   misure  esagerate,  dal momento che la  lunatic fringe  si squalifica da sola, sconfinando per l’appunto nell’imbecillità,  grazie alla natura puerile, ridicola e logicamente inconsistente delle tesi sostenute. E per accertarsene basta fare un "giretto"  web. Insomma,  mai dimenticare che  la differenza tra  società libera e  totalitaria consiste  nell’ assoluta libertà di espressione che distingue  la prima.  Libertà,  attenzione,  che deve valere   anche  per  chi  proclami  idee sgradevoli e stupide.

Certo, se poi un movimento politico estremista si proponesse di mettere in pratica le idee imbecilli che predica,  allora polizia e magistratura, a fronte, per fare un esempio,  di una nuova notte dei cristalli (anche in sedicesimo), dovrebbero intervenire senza alcuna  remora . Ma fino a quando le parole restano tali, perché, commettere l’errore - tradendo in primis gli ideali  liberali  -  di attribuire a un gruppo di imbecilli la patente di martiri della libertà di pensiero?

Carlo Gambescia

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